Recensione: Connemara
- CANNES 2025: Alex Lutz adatta il libro evento di Nicolas Mathieu, una malinconica storia d'amore ambientata in uno scenario di divisione sociale, interpretata da Mélanie Thierry e Bastien Bouillon

Alex Lutz torna al Festival di Cannes come regista, dopo la proiezione nel 2023 del suo terzo lungometraggio, Une nuit [+leggi anche:
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scheda film]. In Connemara [+leggi anche:
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scheda film], che presenta nella sezione Cannes Première, analizza l'ultimo romanzo di Nicolas Mathieu, cantore dell'esplorazione delle disuguaglianze di classe nella provincia francese.
Ci sono film che, in un certo senso, potrebbero iniziare dalla fine. Connemara è uno di quelli, per coloro (molti) che hanno letto il best-seller di Nicolas Mathieu e che quindi conoscono la destinazione della storia d'amore al suo centro. Anche per coloro, spettatori francofoni, che conoscono la canzone che ne ispira il titolo, Les Lacs du Connemara di Michel Sardou, un ritornello che conclude molte feste popolari, quando le luci si riaccendono e tutti cantano insieme, a squarciagola. Una canzone popolare, quindi, che è per alcuni un marcatore sociale, che colloca i suoi ascoltatori in una classe, per altri un anello che li collega, appunto, a queste diverse classi sociali. Quindi, quando un film si intitola così, è certo che alla fine parlerà di classe. E la questione della classe, appunto, è centrale nella storia d'amore che anima la narrazione del libro e del film di Alex Lutz. La passione che unisce Hélène (Mélanie Thierry) e Christophe (Bastien Bouillon) riuscirà a prosperare nonostante lo status sociale che li separa?
Dopo una carriera a Parigi, Hélène cerca di riprendersi da un burn out trasferendosi con la famiglia nell'Est della Francia, la regione in cui è nata e, soprattutto, la regione che ha fatto di tutto per lasciare. Dirigente di alto livello nel campo delle risorse umane, trova rapidamente un lavoro che la soddisfa poco più del suo precedente impiego e, soprattutto, per caso in un parcheggio scarsamente illuminato, incontra Christophe, il bel ragazzo del liceo, capitano della squadra di hockey, un sogno adolescenziale mai realizzato. Christophe non si è mosso, né geograficamente né socialmente, a dire il vero. Sta persino per rientrare nella squadra di hockey. Hélène si annoia e ricorda che da giovane era la sua più grande paura, quindi è alla ricerca di una seconda vita e questa storia d'amore risorta potrebbe benissimo offrirgliela, se riuscirà a colmare il divario.
Il libro di Nicolas Mathieu era un romanzo socio-sentimentale, e Alex Lutz sceglie di reinterpretarlo in chiave di melodramma sociale, in particolare attraverso la colonna sonora orchestrale e gli archi che accompagnano il valzer dei sentimenti. Come le idee di Hélène che si agitano nella sua testa, il montaggio desincronizza la storia, sovrapponendone gli strati. Le voci fuori campo dei due protagonisti, che raccontano la loro storia dallo psichiatra o altrove, risuonano in eco con la loro vita quotidiana; le parole dell'uno illustrano l'esperienza dell'altra, a volte in modo simile, più spesso in contrasto. Hélène, disertrice di classe, vuole andare altrove. Christophe, saldamente ancorato alla sua genealogia, tra l'amore che nutre per suo padre e suo figlio, sogna di rimanere. Ci sono persone come voi, persone come noi. L'amore può cancellare la barriera dei pronomi? Questa è la grande domanda posta da Alex Lutz. Ognuno è libero di rispondere a modo suo.
Connemara è prodotto da Incognita Studio (Francia) e coprodotto da SuperMouche Productions (Francia), Grands Ducs Films (Francia) e Wrong Men (Belgio). Le vendite internazionali sono gestite da Studiocanal.
(Tradotto dal francese)
Photogallery 22/05/2025: Cannes 2025 - Connemara
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© 2025 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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