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CANNES 2025 Semaine de la Critique

Recensione: Planètes

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- CANNES 2025: Il film di Momoko Seto è un'animazione di grande impatto visivo ma dal ritmo lento su quattro semi di tarassaco, che privilegia l'atmosfera rispetto alla narrazione

Recensione: Planètes

Scelto come film di chiusura della Semaine de la Critique di Cannes di quest'anno, Planètes, l'avventura di 75 minuti di Momoko Setu nell'ignoto e nella natura selvaggia, è unico nel suo genere. Quattro acheni di tarassaco (che le note di regia suggeriscono si chiamino Dendelion, Baraban, Léonto e Taraxa), tutti molto simili tra loro tranne uno, sono sparsi in vari mondi dopo il collasso della Terra (molto probabilmente un indizio che il cambiamento climatico si è spinto troppo oltre in un futuro non troppo lontano). Non si vedono esseri umani sulla Terra né in nessun'altra delle numerose ambientazioni del film.

Il film d'animazione presenta immagini di straordinaria potenza che cattureranno immediatamente l'attenzione del pubblico, in particolare di coloro che apprezzano le immagini esteticamente gradevoli e ben realizzate. Tutti gli animali e le piante mostrati appaiono incredibilmente realistici e gli sfondi su cui si muovono o vivono sono mozzafiato. L'impressione è di maestosità, tanto che persino le lumache o le mantidi, viste da vicino, appaiono enormi e maestose.

Il pubblico, tuttavia, non deve aspettarsi il tipo di dinamismo frenetico che si trova nelle variazioni più mainstream sul tema, come A Bug's Life, Antz o la più recente serie poi trasformata in film Minuscule [+leggi anche:
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, perché Planètes è un film contemplativo in cui i personaggi non parlano e in cui il sound design è al centro della scena (il lavoro di Nicolas Becker in questo senso è notevole e rappresenta uno dei punti di forza del film).

Il vero problema del lungometraggio d'esordio di Setu è che sembra avere una struttura perfetta ma una trama debole. Nonostante gli eventi si svolgano in rapida successione, il ritmo appare fin troppo lento, soprattutto perché non accade nulla di veramente avvincente. I quattro personaggi principali a volte possono sembrare carini, ma alla fine non hanno tratti distintivi che possano dare vera profondità alla storia. Il film sembra un esercizio di abilità tecnica: visivamente sbalorditivo, ma piuttosto vuoto. Cosa stanno facendo davvero questi tarassachi, quando avrebbero potuto stabilirsi in uno dei luoghi ma, invece, continuano a cercare? Cosa rappresentano veramente e che tipo di viaggio viene descritto? Se si è disposti a rinunciare al bisogno umano di logica, il film apparirà straordinario; altrimenti, quelle domande continueranno a emergere.

In definitiva, il fatto che i personaggi principali sembrino quasi identici rende molto difficile per il pubblico identificarsi davvero con loro. È possibile che il film cerchi di contrastare i consueti schemi narrativi offrendo al pubblico una sensazione onirica in cui nulla deve avere davvero senso, ma la verità è che il senso di perplessità persiste. Chiunque può apprezzare le splendide immagini del film, che certamente lo contraddistinguono, e rimanere colpito dalla sua rappresentazione della bellezza della natura. Tuttavia, non tutti gli spettatori potrebbero essere disposti a confrontarsi con gli elementi più profondi e astratti del film.

Infine, nonostante si tratti di un prodotto d'animazione adatto a tutte le età, è molto improbabile che il pubblico più giovane apprezzi davvero il film, data la mancanza di un'adeguata costruzione dei personaggi. Poiché si basa solo sulla dolcezza di questi acheni di tarassaco, diventa ripetitivo dopo 30 o 40 minuti (che sarebbe stata comunque la durata ideale per il film).

Planètes è una coproduzione franco-belga guidata da Miyu Productions e Ecce Films, e coprodotta da ARTE France Cinéma, Umedia, CNRS e Reepost. Il film è venduto nel mondo da Indie Sales.

(Tradotto dall'inglese)

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