Cannes 2002 - Quinzaine
di Chiara Nano
- Une pure coïncidence, del francese Romain Goupil, si è trasformato durante le riprese in documento sulla condizione dei sans papiers
Nessuno ha voluto comprarlo: né i distributori esteri né i canali televisivi francesi. Eppure, Une pure coïncidence, film presentato ieri alla Quinzaine des réalisateurs, ha ricevuto gli applausi del Festival.
La realizzazione di questo film poteva costare molto cara ai suoi autori. Il regista Romain Goupil e gli altri cinque componenti del collettivo di lavoro hanno infatti scoperto durante le riprese l´esistenza di un centro di racket nel 19mo arrondissément di Parigi. «L´idea iniziale era quella di girare un film per il padre di uno di noi, in quel periodo molto malato e depresso - racconta Goupil - poi un extracomunitario mi ha raccontato la storia di questo posto, in apparenza un ufficio di cambio, dove molti extracomunitari erano costretti a versare una parte di quello che guadagnavano per evitare di essere picchiati e reclusi. Da quel momento il progetto si è trasformato».
Il gruppo di cineasti, armati di camera digitale, hanno inserito delle nuove scene per denunciare la situazione di sfruttamento e accelerare l´intervento delle autorità. Goupil ha ricordato come in Francia «ci siano 60.000 sans papier, che hanno manifestato più volte la volontà di pagare le tasse, come qualsiasi altro cittadino, senza essere ascoltati. Queste persone sono vittime del racket, del lavoro nero, dell´isolamento, vivono in una specie di prigione a domicilio, sono a tutti gli effetti dei cittadini di serie B. E´ un fatto questo completamente scandaloso».
Il film uscirà nelle sale francesi il 29 maggio prossimo e sarà interessante valutare le reazioni davanti a questa perfetta fusione tra realtà e finzione, riuscito esempio di cinema militante da parte di un regista già assistente di cineasti del calibro di Jean-Luc Godard e Roman Polanski.
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