Dagli Stati Generali del Cinema Indipendente proposte concrete per un rilancio
- Negli incontri promossi da AIR3 nel Milano Film Fest si è parlato di disparità nei finanziamenti, ipotesi di un’Agenzia del Cinema, fondi d’investimento privati e nuovi modelli di distribuzione

L’importanza di una riflessione approfondita sulla condizione attuale del cinema indipendente italiano è stata affermata dalla seconda edizione degli Stati Generali del Cinema Indipendente, promossa da AIR3 – Associazione Italiana Registi, nell’ambito del Milano Film Fest. Autori, produttori, istituzioni e operatori del settore si sono confrontati il 5 giugno e hanno portato la loro visione e le loro proposte per superare le distorsioni normative e i vincoli che ostacolano lo sviluppo del comparto audiovisivo indipendente.
Nel panel “I Soliti Indipendenti”, è emersa la necessità di una riforma strutturale che restituisca visibilità e stabilità al settore. Il parlamentare del Partito Democratico Matteo Orfini ha avanzato la proposta di un'agenzia autonoma sul modello francese (CNC), in grado di gestire fondi e politiche audiovisive senza influenze da parte della politica, e ha denunciato la mancanza cronica di dati affidabili da parte della Direzione Generale Cinema. Il produttore Gianluca Curti, presidente del CNA Cinema Audiovisivo, ha messo in discussione la definizione attuale di “produttore indipendente” secondo la normativa europea, che permette anche alle multinazionali di accedere a fondi destinati ai piccoli. “Il tax credit è destinato ai produttori indipendenti, ma molti di questi sono oggi controllati da società straniere che fatturano miliardi di euro, e hanno accesso ai fondi esattamente come le piccole società di produzione che sono davvero indipendenti”. Curti aggiunge che “in Italia ultimamente si sono realizzati 290-300 film all'anno, che sono troppi. E ora c’è un blocco dovuto all’attesa delle modifiche alla legge che regola i contributi pubblici alla produzione (il provvedimento che corregge il precedente decreto e che dovrebbe sbloccare lo stallo dopo mesi di crisi e polemiche è in vigore da ieri, ndr). Probabilmente nel 2025 verranno realizzati soltanto 80-90 film. Una situazione disperata che colpisce tutti, in un comparto in cui lavorano 125 mila persone”.
Emanuele Caruso (Obiettivo Cinema) ha raccontato la sua esperienza diretta come autore-produttore-distributore, denunciando un mercato che non tutela la distribuzione indipendente. Margherita Ferri, regista e consigliera 100autori ha sottolineato come sia fondamentale “garantire il pluralismo di visioni e di sguardi, a prescindere da genere, orientamento sessuale e origine familiare” per dare un’autentica rappresentazione del presente.
Nel panel “E Io Pago...” si è discusso di nuovi modelli di finanziamento e della necessità di creare un ecosistema sostenibile, ribadendo il valore culturale del cinema indipendente come laboratorio di linguaggi che alimentano anche il mainstream. Il produttore Franco Bocca-Gelsi (CNA Lombardia) ha annunciato lo studio per un fondo di sostegno privato, con il coinvolgimento di AIR3 e CNA, ispirato ai modelli europei, come il Tax Shelter belga e le SOFICA francesi). L’analista Maria Grazia Fanchi, presidente di Lombardia Film Commission, ha presentato un’analisi del settore che evidenzia come nel 2023 in Italia siano stati prodotti 736 lungometraggi, per un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro. Una parte consistente delle opere ha budget inferiori agli 800.000 euro, con una copertura finanziaria sempre più complessa per i produttori indipendenti (il 31% degli oneri economici sono in carico ai produttori).
Benedetto Habib di Indiana Production (presidente Unione Produttori Anica) ha precisato che l'attuale blocco delle produzioni “non è legata tanto a un problema di risorse pubbliche, poiché il tax credit al 40% c'è stato nel 2024 e anche nel 2025. La quantità economica delle risorse pubbliche messe a disposizione non è cambiata. C’è invece una scarsa visibilità sul quando quelle risorse arriveranno effettivamente alle produzioni. Ed è chiaro che tanti piccoli produttori non ce la fanno ad anticipare i fondi di tasca propria”. Per Habib “i veri motivi della frenata attuale vanno ricercati nella riduzione di investimenti sia delle tv che delle piattaforme di streaming. Investimenti che si sono fermati nel 2023. A questa riduzione nei prossimi anni si sommerà quella del tax credit, che rera al 30% prima dell’emergenza Covid, e tornerà probabilmente a quel livello. Quando ci sarà la riduzione delle aliquote sul credito di imposta, però, si dovranno creare leve a favore dei fondi privati”. Habib cita come esempio Prada, che ne ha appena lanciato uno da 1,5 milioni annui a sostegno del cinema indipendente (sarà presentato alla Mostra di Venezia). “Bisogna rendere conveniente investire sul cinema”. Infine, secondo Habib è importante riorganizzare il sistema distributivo. “Ci sono tanti film bellissimi che potrebbero non avere la forza di andare in sala, E, per questo, non devono essere penalizzati. Ci sono piattaforme ad hoc, come MUBI, ma anche RaiPlay potrebbe creare canali dedicati al cinema d’autore”.
Durante il panel "Si fa ma non si dice" sull’intelligenza artificiale con Elettra Fiumi (AIR3), Mateusz Miroslaw Lis (SophIA) e Massimo Torre (WGI e 100autori) si è discusso dell’importanza di una regolamentazione dell’AI, tanto nel campo del machine learning quanto in quello della creatività. Sempre più studenti si avvicinano molto presto a queste tecnologie, portando nuove competenze e contribuendo a trasformare l’industria, come fece l’avvento del digitale. Durante il panel è stato menzionato CortIA, l’iniziativa promossa da SophIA in collaborazione con Rai Cinema e AIR3: si tratta di un bando che ha l’obiettivo di accompagnare e supervisionare in modo consapevole la fase sperimentale di un contest, promuovendo un utilizzo responsabile e creativo dell’AI. In chiusura, i relatori hanno sottolineato come non sia il caso di allarmarsi di fronte all’adozione degli strumenti basati su intelligenza artificiale: il valore umano – fatto di connessioni autentiche, relazioni professionali, come quelle che nascono durante eventi come quello degli Stati Generali – resterà sempre insostituibile.
A fine giornata sono state tirate le somme sulla serie di proposte concrete articolate durante gli Stati Generali: un’agenzia autonoma per il cinema e l’audiovisivo, indipendente dalla politica; la ridefinizione giuridica del produttore indipendente; sostegno alla distribuzione e promozione delle opere indipendenti; accesso facilitato al credito per le piccole imprese audiovisive; la creazione di un distretto dell’audiovisivo con sinergie pubblico-private; maggiore trasparenza e raccolta dati da parte del Ministero della Cultura; potenziamento del sostegno pubblico.
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