Recensione: Cuerpo Celeste
- Il secondo lungometraggio di Nayra Ilic García offre una storia di formazione discreta ma sincera, ambientata durante la transizione del Cile verso la democrazia

Presentato in anteprima mondiale nell'International Narrative Competition del Tribeca Film Festival, il secondo lungometraggio di Nayra Ilic García, Cuerpo Celeste, è un dramma di formazione di grande impatto ambientato in una città costiera cilena nel 1990. Il film affronta la fragile transizione di una giovane ragazza e del suo Paese che sta uscendo dall'ombra della dittatura di Augusto Pinochet, offrendo un ritratto onesto e sobrio di questo sconvolgimento personale.
La narrazione ruota attorno a una quindicenne, Celeste (l'esordiente Helen Mrugalski), che trascorre il Capodanno in spiaggia con la famiglia e gli amici, rappresentazione della speranza in una nuova era democratica. Questo idillio viene sconvolto da un tragico evento che getta la madre in crisi e costringe Celeste a confrontarsi con una realtà drasticamente alterata. Quasi un anno dopo, attirata dall'attesa generale di un'eclissi solare, Celeste torna nella stessa cittadina costiera solo per scoprire che tutto - e tutti - è cambiato.
Il punto di svolta della storia si verifica intorno ai 25 minuti, verso la fine del primo atto, quando il tono cambia e prendono piede i conflitti. Il ritmo complessivo tende però a un'andatura misurata che a volte può sembrare troppo intenzionale. Questo ritmo contenuto rafforza l'atmosfera introspettiva, ma rischia di perdere gli spettatori che cercano una spinta narrativa più dinamica.
Tecnicamente Cuerpo Celeste è gestito con cura e competenza. Il direttore della fotografia Sergio Armstrong crea una tavolozza visivamente ricca, dominata da toni terrosi e caldi marroni - riflessi nella sabbia, nelle location e nei costumi - che evocano un senso tangibile del luogo e del tempo. La fotografia bilancia elegantemente il naturalismo della costa cilena con il paesaggio emotivo dei personaggi. Il sound design completa il tutto con una colonna sonora attentamente curata, in cui lo score di David Tarantino si fonde perfettamente con l'ambiente in cui si infrangono le onde, che diventa quasi una presenza a sé stante.
Il cast offre interpretazioni generalmente solide, caratterizzate da una credibile moderazione. I momenti di solitudine, conflitto e rabbia - espressi attraverso confronti sussurrati, qualche schiaffo occasionale e urla - restano saldi e non sfociano mai nel melodramma. In particolare l'interpretazione di Celeste da parte della Mrugalski è particolarmente impressionante, in quanto riesce a catturare un mix sfumato di vulnerabilità e forza tranquilla, senza mai esagerare nel suo ruolo. La sua interpretazione sostiene il nucleo emotivo del film con sottigliezza e grazia.
Pur sviluppandosi con una certa sincerità, Cuerpo Celeste manca di momenti di creatività più coraggiosa o di un rischio narrativo che potrebbero potenzialmente elevarlo al di là di un'esecuzione “corretta”. L'estetica e la storia sono curate e contenute con attenzione, ma non si avventurano nel territorio crudo e imprevedibile che potrebbe renderlo davvero memorabile o trasformativo.
Il lato positivo è che il contesto sociopolitico è integrato organicamente senza diventare invadente o didascalico. Il tema dell'adolescenza è trattato con delicatezza ed evita i comuni cliché, consentendo un'esplorazione fresca e tenera dell'adolescenza sullo sfondo della rinascita nazionale. L'uso dell'eclissi solare come motivo narrativo è efficace e simbolico, sottolineando i temi del cambiamento, dell'incertezza e del rinnovamento.
In definitiva Cuerpo Celeste riesce ad essere un'onesta rappresentazione di un idillio giovanile che viene sconvolto e del timido tentativo di forgiare un nuovo percorso in un mondo incerto. Il racconto si conclude con una soluzione soddisfacente che sottolinea i suoi temi senza ricorrere a risposte facili. Anche se non è una novità o un'intuizione straordinaria, la sua narrazione diretta e sentita, unita alla finezza tecnica e a un'ottima interpretazione del protagonista, lo rende un lodevole secondo film.
Cuerpo Celeste è prodotto dalle cilene Planta, Horamágica e Oro Films con l’italiana dispàrte. La romana Intramovies si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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