Recensione: Pequeños calvarios
- Il film di Javier Polo riunisce cinque racconti brevi e un po' selvaggi che, attraverso l'umorismo nero, il surrealismo e l'ironia, ridono delle nostre miserie

Il valenciano Javier Polo, divenuto famoso con il documentario The Mystery of the Pink Flamingo [+leggi anche:
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scheda film], ha vinto il premio Feroz Cinema Jove 2023 e una nomination ai Goya per il suo cortometraggio Una terapia de mierda. Ora, dopo aver partecipato fuori concorso al Festival di Malaga, presenta il suo primo lungometraggio di finzione nella sua terra natale, precisamente nella sezione Premiere del 40mo Cinema Jove. Il film, intitolato Pequeños calvarios [+leggi anche:
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intervista: Javier Polo
scheda film], è composto da quattro storie indipendenti collegate tra loro, con Pablo Molinero nel ruolo di un singolare orologiaio.
Dopo questa introduzione, il film si apre con la storia di una coppia unita dall'amore per il proprio animale domestico... finché non scompare. La seconda è ambientata in un ristorante, dove un gruppo di amici si riunisce per cena, e uno di loro coglie l'occasione per rivelare una notizia sensazionale. La terza racconta di un'insegnante di yoga che è riuscita a creare qualcosa di simile a una perfetta bolla di armonia nella sua casa, ma l'arrivo di una nuova vicina cambia tutto. E la quarta è la storia di un ragazzo che cerca di trascorrere una vacanza tranquilla e solitaria nel suo solito campeggio, ma non si aspettava che i suoi compagni delle estati precedenti volessero socializzare intensamente con lui.
Con la complicità di uno spettacolare cast corale, che include famosi comici spagnoli come Arturo Valls, Vito Sanz, Javier Coronas e Marta Belenguer, tra gli altri, Polo ha tessuto una serie di trame che, soprattutto, abbracciano l'umorismo per farci ridere delle nostre miserie più assurde, ma che fanno parte delle nostre vite altrettanto assurde.
L'identificazione immediata è il principale fascino di questi racconti, che mettono a nudo l'animo umano con grande ironia e un tocco di surrealismo. Ogni spettatore che esce dalla sala potrà scegliere il suo preferito, poiché è facile riconoscersi nell'ipocondria, nell'ipersensibilità o nelle manie di alcuni personaggi – persone comuni e a volte incontrollate come noi, schiave delle loro imperfezioni irreparabili.
Con una fotografia e scenografie dai colori intensi che sono il suo marchio di fabbrica – basti pensare al suo precedente lungometraggio, The Mistery of Pink Flamingo, con il colore del titolo (il rosa) che pervade ogni cosa – il regista e produttore si appella ancora una volta alla cultura pop come a un modo spensierato di guardare il mondo e noi stessi. Perché il film non cerca di analizzare il motivo per cui siamo così ridicoli; si limita a porgerci uno specchio divertente affinché, come in una battuta o in uno scherzo, possiamo comprenderci e accettarci un po' meglio, sempre con il sorriso sulle labbra.
Pequeños calvarios è una coproduzione delle compagnie spagnole Los Hermanos Polo e Japonica Films con le messicane Paloma Negra Films e Whisky Content. Della sua distribuzione in Spagna si occupa Syldavia Cinema, che prevede di lanciare il film nelle sale il 24 ottobre.
(Tradotto dallo spagnolo)
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