Recensione: Avant / Après
- Il primo lungometraggio di Manoël Dupont è una docufiction in gran parte improvvisata su due uomini che stringono un legame mentre intraprendono un percorso di trapianto di capelli

Il primo lungometraggio dell'attore e regista franco-estone residente a Bruxelles Manoël Dupont, Avant / Après [+leggi anche:
intervista: Manoël Dupont
scheda film], presentato in anteprima mondiale nel concorso Proxima di Karlovy Vary, racconta la storia di due uomini che stringono un legame durante un viaggio per un trapianto di capelli a Istanbul. In gran parte improvvisato, con attori e non professionisti che interpretano versioni di sé stessi, è un'opera interessante ma che non riesce a coinvolgere appieno lo spettatore.
Jérémy (Jérémy Lamblot) e Baptiste (Baptiste Leclere) si incontrano in modo sorprendente: mentre il primo fa l'autostop a un'inversione di marcia, il secondo lo carica. Si scopre che Baptiste, grande e grosso, è senza casa e vive in macchina, mentre Jérémy, basso e intenso, ha ereditato la casa del padre recentemente scomparso. Chiede a Baptiste se vuole passare la notte da lui, e questa scena introduttiva è piuttosto bizzarra. Non essendoci elettricità, Jérémy gli fa fare un giro con una torcia, accesa nel moderno camino della casa. L'immagine è scura, rossastra e in penombra, con il direttore della fotografia Thibaut Egler che li segue attraverso il grande edificio e spesso li riprende attraverso gli stipiti delle porte o i vetri delle finestre. I due iniziano subito una conversazione insolitamente schietta, quando Jérémy chiede a Baptiste come lo descriverebbe a un estraneo. Jérémy fa notare che entrambi sono calvi e subito dopo si ritrovano a Istanbul.
La giornata è nuvolosa ma molto luminosa, dopo la sequenza notturna, e inizia con un litigio che già sottintende i caratteri di entrambi i protagonisti: Jérémy è insicuro e bisognoso, mentre Baptiste è distante e bizzarro, ed entrambi sono egocentrici in modi diversi, molto umani. Questo crea piccoli ma insistenti momenti di tensione, come quando sono nella clinica dei capelli cercando di decidere quale metodo adottare. D'altra parte, c'è un bisogno di vicinanza e appartenenza, che si trasforma in una relazione intima. Questa viene mostrata come piuttosto timida e gentile, con piccoli baci e abbracci, e non si percepisce molta passione. Ma dato il modo disinvolto in cui Dupont dirige e Romain Waterlot monta, non sappiamo se ciò sia dovuto a ellissi narrative o al comportamento dei protagonisti.
La fotografia di Egler e la colonna sonora di Theo Rota seguono questo schema. La telecamera è di solito leggermente decentrata e a mano, a volte seguendo il personaggio in modo tremolante da una distanza media, mentre la musica, guidata dai sintetizzatori, oscilla tra il malinconico, il cupo e il sentimentale, spesso all'interno dello stesso brano.
Sullo sfondo, si svolgono le elezioni turche e la coppia partecipa a un comizio di Erdogan. Incontrano un simpatico siriano mentre bevono sul molo del Bosforo. In clinica, i veri medici e infermieri sono divertiti dalle domande della coppia. Tutti questi spezzoni hanno un forte tocco documentaristico e naturale, che si sposa bene con il tono emotivo in continua evoluzione.
Ovviamente, la calvizie rappresenta un grave problema di identità e sicurezza per la maggior parte degli uomini, e una metafora calzante per il tema del cambiamento e della trasformazione. È chiaro che Dupont punta al non detto e al non articolato, allo spazio tra ciò che sentiamo e come lo sentiamo, ma la natura del procedimento narrativo lascia lo spettatore bloccato in questo territorio, anziché invitarlo a esplorarlo liberamente. Tuttavia, alla fine, una chiara emozione espressa da Jérémy riesce a chiudere il film con una nota sentita.
Before / After è una produzione della belga Les Films de la Récré, in coproduzione con RTBF e Proximus. La francese Outplay Films detiene i diritti internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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