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KARLOVY VARY 2025 Concorso

Recensione: The Visitor

di 

- Vytautas Katkus debutta nel lungometraggio con uno struggente racconto di una città balneare, scolpito attraverso le connessioni tra individui, spazi e incontri

Recensione: The Visitor
Darius Šilėnas (a destra) e Arvydas Dapšys in The Visitor

Un ragno nella sua ragnatela, una piccola isola solitaria: i soggetti di due inquadrature zoomate ci suggeriscono il tranquillo simbolismo che sottende l'arazzo tematico di The Visitor [+leggi anche:
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  di Vytautas Katkus, appena presentato in anteprima mondiale nel concorso ufficiale di  Karlovy Vary, in lizza per il Globo di Cristallo. Katkus debutta nel lungometraggio con questo film dopo aver partecipato con diversi cortometraggi a Cannes e Venezia, avendo anche collaborato a molti film come direttore della fotografia, tra i quali Toxic [+leggi anche:
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, che gli ha recentemente assicurato una Gru d'argento Lituana (leggi la news). The Visitor è co-sceneggiato con la regista di Slow Marija Kavtaradzė e Katkus oltre a dirigerlo ne ha anche curato la fotografia.

Seguendo le orme dei suoi cortometraggi, Katkus punta innanzitutto sulla texture analogica, con la ricchezza del 16mm che emerge in modo più vivido nelle scene in ambienti naturali, tra cui la spiaggia e le aree boschive disseminate. Qui troviamo il trentenne Danielius (Darius Šilėnas), un neo-papà che vive in Norvegia e che è tornato in Lituania per vendere l'appartamento dei genitori un anno dopo la morte del padre, incontrando volti familiari e nuovi amici.

Tra questi ci sono Vismantė (Vismantė Ruzgaitė) e suo padre (Arvydas Dapšys), gestore di un negozio di snack in questa piccola città di villeggiatura, oltre a fugaci incroci con Tomas (Rokas Siaurusaitis), che troviamo a volte a spasso con la sua amica (la regista di Toxic Saulė Bliuvaitė). Con la partecipazione di Laurynas Bareiša (regista di Drowning Dry) come montatore, il film di Katkus è un altro esempio della forza creativa che la collaborazione tra giovani talenti ha manifestato recentemente nel cinema lituano.

Danielius è la prima persona che ci viene presentata, ma il mosaico creato dalle relazioni di coloro che lo circondano - in particolare genitori-figli o qualche iterazione di legami generazionali - è altrettanto importante. A parte una linea temporale libera che comprende il trasloco dei mobili e la vendita dell'appartamento, The Visitor non è definito da alcuna traiettoria lineare importante, ma piuttosto dai fili tra i personaggi che si intrecciano verso l'esterno. A volte, questo porta il film a trascinarsi un po’,  mentre il paesaggio narrativo si dirama in diverse direzioni, ma abbandonarsi al suo ritmo è come un caldo abbraccio.

Ad esempio, ci viene concesso lo spazio per sederci e stare semplicemente a osservare la cura che Vismantė riserva al suo bambino e ci viene chiesto di abbandonarci a una scena infantile e gioiosa in cui Tomas e i suoi amici urlando e strillando giocano con una lampada attivata dal suono. Attraverso il paesaggio sonoro del film (il sound editing è di Julius Grigelionis), il rumore ambientale è notevolmente presente. In modo particolare, i dialoghi non sono sempre privilegiati, ricordandoci che anche noi siamo contestualizzati dai luoghi in cui viviamo.

Danielius si prende tutto il tempo necessario per sedersi, sdraiarsi e riposare in spazi diversi nel corso del film, incarnando una sorta di solitudine e di straniamento familiari che derivano dall'essere un visitatore di un luogo che una volta si conosceva così bene. Lo spettatore è anche incoraggiato a soffermarsi: Katkus attira la nostra attenzione su incontri e conversazioni fugaci che spesso sono i primi a essere dimenticati per la loro apparente insignificanza, ma che alla fine costituiscono la base della nostra memoria sensoriale. Qui vengono riconosciuti nella loro profondità. Riposatevi, sembra dire Katkus, e rimanete ancora un po'.

The Visitor è una coproduzione lituano-norvegese-svedese di M-Films in coproduzione con Staer Film e Garagefilm International. La parigina Totem Films si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)

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