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KARLOVY VARY 2025 Proxima

Recensione: They Come Out of Margo

di 

- L'ottavo lungometraggio di Alexander Voulgaris è un horror-musical sperimentale ed eccentrico che funziona meglio a livello subconscio e viscerale

Recensione: They Come Out of Margo
Sofia Kokkali in They Come Out of Margo

Il regista e compositore greco Alexander Voulgaris torna a Karlovy Vary dopo Pink del 2007, con il suo ottavo film, They Come Out of Margo, appena presentato in anteprima mondiale al Concorso Proxima. Sicuramente uno dei film più strani del programma del festival di quest'anno, è un horror-musical sperimentale basato su un album musicale che Voulgaris ha pubblicato con il nome di The Boy.

Il regista torna a collaborare con Sofia Kokkali, uno dei volti più riconoscibili del cinema greco contemporaneo, che interpreta Margo, una compositrice solitaria che un tempo era una star, ma che negli ultimi sette anni non ha suonato dal vivo né pubblicato nuova musica. All'epoca della sua nascita, la sorella di Margo, Margaret, fu uccisa e il suo corpo non fu mai ritrovato.

Il film si apre proprio con la scena dell'omicidio. La ragazzina di 11 anni torna a casa da scuola e, in qualche modo, una donna che sta sulla copertina di una cassetta appare nella sua stanza e la strangola. Questo evento piuttosto forte e viscerale è reso in una successione di fermi immagine montati velocemente, come un servizio fotografico rapido, un effetto che sarà utilizzato per tutto il film, insieme a molti altri metodi visivi ed effetti sonori stravaganti. La macchina da presa è raramente ferma; spazia, vortica e fa zoomate fuori fuoco. La colonna sonora copre praticamente tutto il film, spaziando dalla musique concrète astratta con pianoforte e percussioni, passando per tamburi rituali, chitarre stridenti e voci eteree, un momento disco-pop, fino a vere e proprie ballate, alcune delle quali dedicate ad Atene, soggetto principale di The Boy.

Margo vive con Rhea (Evi Saolidou), identificata nelle note stampa come la sua infermiera, ma il loro rapporto è così stretto che è difficile non scambiarlo per un relazione romantica. È il giorno del suo 40mo compleanno e per festeggiare arrivano i suoi amici e collaboratori: il produttore Duke (Ektoras Lygizos), la sua ex babysitter e poi paroliera Gertrude (Zaklin Polenaki), tre cantanti che hanno interpretato le sue canzoni e Phoebe (Flomaria Papadaki), una giovane attrice che la interpreterà in un prossimo biopic.

I personaggi cantano come in un musical tradizionale solo in due scene, ma è la musica a guidare il film. Il segmento più suggestivo inizia con gli ospiti e Margo che cucinano cavi (lei compone su un dispositivo che combina un sintetizzatore, un giradischi, un centralino e una tromba di grammofono vecchio stile) e si trasforma in un frenetico ballo di gruppo che assomiglia a una lotta selvaggia. Ma nella rapida successione di fermo immagine con la musica veloce, quasi rituale, non è facile distinguere cosa stia succedendo, proprio come nella trama del film.

Attraverso il dialogo, apprendiamo che il titolo dell'opera è letterale: le persone stanno uscendo da Margo. Non assistiamo a questo processo, ma semplicemente entrano in scena strane figure, spesso minacciose o semplicemente confuse.

Si potrebbe affermare che si tratta di un altro film dell'orrore che attinge ai cliché del trauma infantile o transgenerazionale, e che presenta anche elementi dei sottogeneri del body horror e dell'occulto. Ma ben poco della storia può essere definito e il rapporto di Margo con gli altri personaggi si presta a molte possibili interpretazioni psicologiche. Sebbene questa stranezza cinematografica sia raramente spaventosa a causa dei suoi numerosi effetti di distanziamento, è certamente idiosincratica e rende l'esperienza da parte dello spettatore molto interessante e intensa. Probabilmente è meglio lasciarlo funzionare in quanto musica, piuttosto che come un film narrativo: a livello istintivo, subconscio e viscerale.

They Come Out of Margo è prodotto dalla società greca Filmiki

(Tradotto dall'inglese)

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