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GIFFONI 2025

Recensione: Cutting Through Rocks

di 

- Il potente documentario di Sara Khaki e Mohammadreza Eyni segue la prima consigliera eletta in un villaggio rurale iraniano nei suoi sforzi per smantellare le strutture patriarcali

Recensione: Cutting Through Rocks

In Cutting Through Rocks, i registi iraniani Sara Khaki e Mohammadreza Eyni offrono un ritratto profondamente intimo e silenziosamente provocatorio di resistenza e resilienza. Il loro documentario d'esordio segue Sara Shahverdi, la prima consigliera eletta in un villaggio rurale iraniano, mentre cerca di smantellare le radicate strutture patriarcali e di dare alle giovani donne gli strumenti per immaginare un futuro di libertà, istruzione e autonomia. Presentato in anteprima al Sundance e vincitore del Gran Premio della giuria del concorso World Cinema Documentary all'inizio di quest'anno, il film si è aggiudicato il Gex Doc Prize al Giffoni Film Festival la scorsa settimana.

Al centro di Cutting Through Rocks c'è la stessa Shahverdi, una figura straordinaria e pioniera che guida un'auto per le strade polverose del villaggio, insegna alle adolescenti ad andare in moto e si batte contro la pratica ancora diffusa del matrimonio infantile. La telecamera, a mano e senza fronzoli, le rimane vicina, senza mai interferire ma sempre attenta al peso emotivo e politico delle sue lotte quotidiane. È questo approccio crudo e osservativo che conferisce al film la sua potenza silenziosa e la sua tensione cumulativa.

Il carisma e la pura forza di volontà di Sara guidano la narrazione. Mentre stimola le ragazze a continuare gli studi, a sognare carriere in medicina, nell'insegnamento o nell'ingegneria e a prendere il controllo delle loro vite, la sua visione diventa un barlume di speranza in un panorama sociale altrimenti soffocante. Eppure il suo percorso è tutt'altro che agevole. Sospetto e risentimento la circondano. Quando emergono accuse che mettono in discussione le sue intenzioni con le ragazze di cui è mentore, la stessa identità di Sara viene messa a dura prova e infine attaccata. In un colpo di scena particolarmente straziante, un giudice mette persino in discussione la sua identità di genere, apparentemente come una tattica per screditarla e fermare il suo lavoro.

Una delle sequenze più toccanti del film cattura un raro momento di gioia e libertà: Sara, alla guida di un convoglio di ragazze in moto, guida la sua auto bianca. È un'immagine liberatoria, fugace e quasi spensierata. Ma la magia si spezza quando una delle ragazze viene affrontata e schiaffeggiata dallo zio sul ciglio della strada. Sara si precipita a intervenire, la sua autorità messa nuovamente in discussione. Queste giustapposizioni – tra leggerezza e violenza, emancipazione e repressione – definiscono il ritmo del film.

La colonna sonora, usata con parsimonia e sottigliezza, esalta anziché dominare l'arco emotivo. La fotografia, ruvida e organica, resiste a ogni abbellimento, riecheggiando la crudezza del territorio e le tensioni sociali che lo attraversano. Cutting Through Rocks inizia con un'osservazione silenziosa, ma si sviluppa in un crescendo emotivo, culminando in una serie di dolorose sconfitte e interrogativi esistenziali.

Alla fine del film, la realtà è cruda: sempre più ragazze minorenni sono costrette a matrimoni combinati. Sara, sempre più isolata, si chiede: "Chi guarirà questo dolore?". Non è una domanda retorica, ma un grido disperato, un riconoscimento dell'asimmetria della lotta. I suoi sforzi, pur essendo fonte di ispirazione, vacillano contro un sistema troppo radicato per cedere. Il film non offre una conclusione o una facile speranza, e in questo risiede la sua onestà. Questa non è una storia di cambiamento trionfante, ma di necessaria resistenza di fronte a difficoltà insormontabili.

In definitiva, il documentario si pone sia come una testimonianza di coraggio individuale che come un serio campanello d'allarme. Ci ricorda che anche gli individui più straordinari possono arrivare solo fino a un certo punto quando i sistemi sono progettati per reprimerli, e che alcune ferite, personali e collettive, possono essere troppo profonde per essere guarite.

Cutting Through Rocks è prodotto da Gandom Films (Iran) e coprodotto da inselfilm (Germania), IDFA’s Bertha Fund (Paesi Bassi), Chicken & Egg (Stati Uniti), il Doha Film Institute (Qatar), P-Squared Philanthropies (Stati Uniti), Meadow Fund (Stati Uniti), Film Estudios (Cile) e Hot Docs Lab (Canada). L’austriaca Autlook Filmsales si occupa delle vendite internazionali. 

(Tradotto dall'inglese)

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