Recensione serie: Silence
- L’universo estremo di Eduardo Casanova continua ad ampliarsi con una tragicommedia queer e politica su esseri straordinari alle prese con situazioni oppressive causate da umani molto ordinari

L'opera dell'attore, regista e sceneggiatore Eduardo Casanova è tutt'altro che facile da categorizzare. Dotato di un linguaggio unico, tagliente e coraggioso, è stato allievo del sempre attento Álex de la Iglesia nel suo lungometraggio d'esordio, Pieles [+leggi anche:
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intervista: Eduardo Casanova
scheda film] (selezionato al Panorama della Berlinale) e nel successivo e fortunato La piedad [+leggi anche:
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scheda film] (premiato nella sezione Proxima a Karlovy Vary), due film al limite dell'eccesso, non adatti a chi non è disposto ad abbandonare i propri pregiudizi o le aspettative narrative tradizionali. A questo è seguito il documentario Al margen, prodotto dall'amico Javi Prada, e ora arriva la loro nuova collaborazione: la miniserie tragicomica in tre episodi Silence [+leggi anche:
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scheda series], caratterizzata da umorismo kamikaze e tematiche LGTBIQ+. La serie viene presentata fuori concorso al 78mo Festival di Locarno, dove la sua audacia e sfacciataggine stanno scuotendo il tono generale di un festival generalmente più sobrio in termini di immagini, messa in scena e narrazione.
Nei suoi intensi 56 minuti, questa nuova creazione "casanoviana" offre stimoli più scioccanti del 99% dei film visti dentro e fuori dal circuito festivaliero. Innanzitutto, i suoi protagonisti sono vampiri, succhiasangue dalla pelle ultra-pallida, personalità tempestose e relazioni turbolente tra loro e con il resto dell'umanità. Queste sorelle, creature della notte, si nutrono di emoglobina, contaminata a causa di due pandemie: la peste nera e l'AIDS.
Di fronte a questa situazione, cosa possono fare questi esseri eterni? Rimanere in silenzio, come suggerisce il titolo, sui loro desideri... di ogni tipo. La sceneggiatura – scritta dallo stesso Casanova – è tanto semplice quanto complessa. La serie è immersa nelle tonalità rosa che sono diventate il segno distintivo del regista, come visto nei suoi lavori precedenti. Ancora una volta, un cast di attrici – altro elemento ricorrente nella sua filmografia – subisce una trasformazione barocca di trucco, acconciatura e costumi per incarnare questi animali famelici. Il cast include Ana Polvorosa (attrice feticcio del regista), Leticia Dolera, Mariola Fuentes, Carolina Rubio e Lucía Díez; e, senza troppi artifici, María León e l'unica presenza maschile, Omar Ayuso (tornato sulla scena alternativa dopo il road movie ultra-indie On the Go [+leggi anche:
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intervista: María Gisèle Royo, Julia d…
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Mescolando umorismo irriverente con dramma sentimentale e critica politica, Silencio (che mostrerà i suoi denti anche al Festival di Sitges) spiazza lo spettatore, che sia pronto o meno. Le sue immagini sorprendenti – evocative di diverse incarnazioni di Nosferatu, Dracula di Bram Stoker o Intervista col vampiro – i dialoghi deliranti e le interpretazioni istrioniche sono impossibili da addomesticare o catalogare. Sono pura ribellione, proprio come i personaggi stessi: esseri che esistono al di là della norma e al di fuori degli schemi socialmente accettati, che gridano ai quattro venti che, nonostante la condanna sociale, la passione non può essere messa a tacere.
Silence è una produzione di Gamera Films, Apoyo Positivo e dello stesso Eduardo Casanova.
(Tradotto dallo spagnolo)
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