Recensione: Il Vangelo di Giuda
- Con il suo nuovo lungometraggio, Giulio Base prova a raccontare la storia di Cristo dal punto di vista di Giuda, in modo coinvolgente

La storia di Gesù Cristo, la sua vita e la sua morte per i peccati dell'intera umanità non sono certo una novità. La conosciamo dai Vangeli della Bibbia, da altre opere letterarie e anche dal cinema. Sul grande schermo, tuttavia, la storia è stata raccontata da diversi punti di vista, ma nessuno si era ancora preso la briga di raccontarla dal punto di vista di Giuda Iscariota, colui che tradì il suo maestro e messia.
Finché Giulio Base, uomo rinascimentale, dottore in lettere, filosofia e teologia, attore e regista con decine di titoli al suo attivo, non ha deciso di fare proprio questo. Il suo secondo film di quest'anno, Il Vangelo di Giuda [+leggi anche:
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scheda film], è stato presentato fuori concorso al Festival di Locarno.
Base apre il film con la passione di Cristo (Vincenzo Galluzzo), ma sposta rapidamente l'attenzione su un altro uomo morto quel giorno, il seguace e traditore di Cristo, Giuda (doppiato da Giancarlo Giannini), che si è impiccato in segno di solidarietà e redenzione per le sue azioni. Assumendo il ruolo del narratore, Giuda torna per raccontare la storia dal suo punto di vista.
Lui, fratellastro di Maria Maddalena, nacque in un bordello da una madre prostituta e da un padre ignoto. Il suo primo "crimine" fu la nascita, poiché né sua madre né il suo gemello sopravvissero. Da ragazzo, uccise il proprietario del bordello che abusava di lui e del suo aiutante, e prese in mano l'attività di commercio dei corpi. Divenne un uomo ricco e senza scrupoli, finché la sua sorellastra non si lasciò convincere dagli insegnamenti del nuovo profeta. Anche lui se ne interessò, al punto da rinunciare alla sua vita e alla sua ricchezza.
Tuttavia, dopo quel promettente primo terzo del film, che descrive un'atmosfera di decadenza e dissolutezza, condita da un pizzico di sfacciataggine e volgarità, la storia ricade nei binari di ciò che già conosciamo dalla storia culturale. Sebbene sia ora completamente narrata dalla prospettiva di Giuda (in senso letterale, dato che è l'unica parte parlata nel film), gli spettatori avranno ben pochi nuovi spunti di riflessione sulla storia ben nota. Paradossalmente, ne Il Vangelo di Giuda non si parla abbastanza di Giuda e della sua personalità.
Sebbene star internazionali come Rupert Everett (nel ruolo del sacerdote Caifa), Paz Vega (Maria), John Savage (Giuseppe) o il regista Abel Ferrara (che interpreta Erode) riescano a superare con successo la sfida dei mezzi espressivi limitati, l'approccio di Base fallisce nel complesso, rivelandosi solo un trucco scadente. Lo stesso vale per la decisione di non mostrare mai il volto di Giuda (sempre ripreso di spalle, potrebbe benissimo essere il regista stesso), e l'opposizione tra il nostro eroe e il resto dei personaggi sembra costruita artificialmente.
Mentre la storia e la sua narrazione si esauriscono dopo un inizio incoraggiante, lo stesso accade allo stile cinematografico. L'abile lavoro di camera di Giuseppe Riccobene si trasforma in una caotica ripresa a mano, mentre la musica di Checco Pallone passa da un suono "blasfemo", duro e pesante nei titoli di testa a una musica etnica stereotipata, il genere generico solitamente utilizzato per suggerire un'ambientazione mediorientale. D'altra parte, Il Vangelo di Giuda può trovare una certa grazia salvifica nei suoi ricchi riferimenti a opere letterarie, filosofiche, teologiche e artistiche, intrecciati sia nella narrazione che nel tessuto visivo del film, e nel montaggio serrato di Natascia Di Vitto, che lo rende guardabile e intrigante. In definitiva, Il Vangelo di Giuda potrebbe non essere un film imperdibile, ma mette in mostra sia l'ambizione che i difetti dell'approccio di Giulio Base a un argomento intrigante.
Il Vangelo di Giuda è una coproduzione italo-polacca tra le compagnie Agnus Dei Production, Rai Cinema, Agresywna Banda e Minerva Pictures. Quest’ultima detiene anche i diritti internazionali del film.
(Tradotto dall'inglese)
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