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LOCARNO 2025

Locarno presenta la selezione di cortometraggi

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- I corti europei in concorso nella sezione Pardi di Domani offrono uno sguardo più intimo e personale sul mondo

Locarno presenta la selezione di cortometraggi
Unleaded ’95 di Tina Emy Muffler ed Emma Hütt

La sezione Pardi di Domani di Locarno è sempre un'esplorazione approfondita del cortometraggio (e, occasionalmente, del mediometraggio), con selezioni dedicate ai registi svizzeri emergenti e ai film di registi già affermati, oltre alle delizie presentate nel Concorso Internazionale. Esaminando i film europei in concorso, è interessante notare che molte opere evitano la prospettiva geopolitica più esplicita che ha prevalso in una miriade di cortometraggi negli ultimi anni, a favore di esplorazioni più personali delle relazioni, della sessualità e dell'esistenza, tutte con più di un accenno di sovversione.

Un'esplosione di sessualità sfrenata e di abbandono giovanile, Unleaded '95 di Tina Emy Muffler ed Emma Hütt (Germania/Austria) segue un gruppo di amici che ritorna nei luoghi della propria giovinezza – dalla stazione di servizio a un locale storico frequentato dalla comunità lesbica – mentre riesamina i rapporti reciproci e reagisce al passare del tempo. In un turbine energico di edonismo e cinema provocatorio, il film riflette le differenze generazionali, concentrandosi su una gioventù in cui piacere e autoindulgenza sono diventati beni preziosissimi. Il racconto esplora anche i progressi compiuti da chi non si conforma ai valori eteronormativi, pur riconoscendo che alcune dinamiche restano ostinatamente immutate. Senza compromessi, permeato di spensieratezza e passione, il cortometraggio colpisce come uno schiaffo in faccia. Un’altra ode – o forse un lamento – audace e sfrontata alla giovinezza è l’animazione Randaghi di Emanuele Motti ed Enrico Motti (Italia), in cui due ragazzini vagano per la campagna. Tuttavia, il film è meno bucolico di quanto sembri: minacce di violenza si insinuano continuamente, e l’energia irrequieta dei giovani sembra pronta a esplodere da un momento all’altro.

Più sottile, ma non per questo meno provocatorio, è Peninsula di David Gašo (Croazia), in cui ci troviamo di fronte agli arrivi (in tutti i sensi del termine) e alle partenze di un famoso luogo di incontri sessuali. Con una posizione della telecamera (quasi) fissa, il film occupa uno spazio tra l'osservazione e il voyeurismo, attirando l'attenzione sulla propria artificialità ed esplorando un mondo in cui la sessualità è aperta ma nascosta. È un uso intelligente e provocatorio della forma breve che lascia un'impressione indelebile.

Eldorado di Anton Bialas (Francia) racconta la vita di un operaio edile ed ex sarto che di giorno lavora in un cantiere e di notte frequenta un nightclub malfamato. Il film si muove tra ciò che è nascosto e ciò che è visibile, prendendo di mira l’ipocrisia e chi si arroga il potere. Alternando un’estetica realistica a momenti più teatrali, Eldorado si configura come un’opera cupamente satirica, intensa e provocatoria.

C'è una delicata atmosfera surreale in A Sky So Low (Belgio/Francia) di Joachim Michaux, in cui un uomo parte alla ricerca della sua vecchia fiamma. Girato in un rigoroso bianco e nero, il film è un affascinante tuffo nella perdita, nella memoria e nell’impermanenza del tempo. In un’altra esplorazione di una relazione, Plankton (Portogallo) di Irene Moray racconta di un uomo che, emotivamente, abbassa le difese in una relazione tenera e fragile. Altrettanto delicato è The Uniformed di Timon Ott (Germania), in cui un giovane arruolato nell’esercito comincia a rendersi conto di come il sistema tratti coloro che sono considerati imperfetti. È una storia di formazione in cui il protagonista inizia a vedere con chiarezza la verità della propria situazione.

Tra i documentari, Goats! di Tonći Gaćina (Croazia/Francia) inizia come un'opera leggera, con delle capre che hanno invaso un'isola a seguito di un progetto andato male. Ma quando gli esseri umani intervengono per risolvere la situazione, il film prende una piega oscura, ricordandoci quanto sia facile ricorrere alla violenza per giustificare i nostri interessi. Happy Ever After! di Elodie Beaumont Tarillon (Francia) è un documento personale e toccante del rapporto turbolento della regista con i suoi genitori, mentre forse uno dei film più apertamente politici e attuali è Still Playing di Mohamed Mesbah (Francia), in cui un creatore di videogiochi lavora e cresce i suoi figli nel mezzo della guerra a Gaza. Il film è un'analisi sobria, ma sottilmente speranzosa, della vita in circostanze fuori dal comune.

Ecco l'elenco completo dei cortometraggi internazionali in concorso nella sezione Pardi di Domani a Locarno:

Happily Ever After - Elodie Beaumont Tarillon (Francia)
Eldorado - Anton Bialas (Francia)
BOA - Alexandre Dostie (Canada/Francia)
Unleaded ’95 - Emma Hütt, Tina Emy Muffler (Germania/Austria)
Baisanos - Andres Khamis Giacoman, Francisca Khamis Giacoman (Cile/Spagna/Palestina)
Blind, into the Eye - Atefeh Kheirabadi, Mehrad Sepahnia (Germania/Iran)
Goats! - Tonći Gaćina (Croazia)
Peninsula - David Gašo (Croazia)
Yo Yo - Mohammadreza Mayghani (Iran)
Still Playing - Mohamed Mesbah (Francia)
A Sky So Low - Joachim Michaux (Belgio/Francia)
Plankton - Irene Moray (Spagna/Francia)
Randaghi - Enrico Motti, Emanuele Motti (Italia)
What We Leave Behind - Alexandra Myotte, Jean-Sébastien Hamel (Canada)
The Uniformed - Timon Ott (Germania)
Once in a Body - María Cristina Pérez (Colombia/Stati Uniti)
Primary Education - Aria Sánchez, Marina Meira (Cuba/Spagna/Brasile)
Honey, My Love, So Sweet - JT Trinidad (Filippine)
Hyena - Altay Ulan Yang (Cina/Stati Uniti)
Force Times Displacement - Angel Wu (Taiwan)

(Tradotto dall'inglese)

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