Recensione: Desire Lines
- L’ultimo enigmatico film di Dane Komljen esplora con delicatezza temi legati al trauma, all’incertezza dell’identità e alla fragilità della memoria

Decifrare un film di Dane Komljen è un'impresa impossibile. Se ci si affida alla logica convenzionale e ci si aggrappa ai suoi elementi fugaci e specifici, ci si ritrova presto in un vicolo cieco. Detto questo, la sua ultima opera, Desire Lines [+leggi anche:
intervista: Dane Komljen
scheda film], presentata in anteprima mondiale nel concorso ufficiale del Locarno Film Festival, potrebbe essere la più accessibile e riuscita fino ad oggi, grazie alla forza delle immagini, all'universalità dei temi trattati e alle connessioni associative tra le sue parti, diverse ma stranamente omogenee.
Il film ha una struttura in tre atti, ma questa si riflette più nell'atmosfera mutevole che nell'arco narrativo. Troviamo Branko (Ivan Čuić), trentenne affetto da insonnia, che segue suo fratello, di cui non vediamo mai il volto e con cui vive ma con cui non parla mai, attraverso Belgrado: una stazione della metropolitana, un centro commerciale, un luogo di ritrovo in un parco. Chiama ripetutamente l'altro fratello, che deduciamo essere un veterano di guerra, su un telefono fisso, senza mai riuscire a raggiungerlo e lasciando messaggi angosciati.
Come negli altri film di Komljen, i personaggi parlano con lunghe frasi poetiche, quasi letterarie, senza necessariamente rivolgersi alla persona con cui stanno parlando. Branko stesso riceve una telefonata da una vecchia compagna di scuola, che sembra disperata e dice di trovarsi in un'altra città, ma secondo la sequenza degli eventi raccontata dal montaggio di Marko Ferković, lei è sotto il suo balcone con un cellulare in mano.
Il primo atto si conclude quando, dopo aver camminato a lungo per la città e poi attraverso una foresta, Branko finisce in una caserma militare e scompare attraverso un muro. Ci sono forti indizi che suggeriscono che lui non esista realmente, o almeno che gli altri non lo vedano. Una volta attraversato il muro, continua a camminare e cade a faccia in giù nel bosco, dove viene trovato da un gruppo di tre persone che inizialmente potremmo scambiare per una famiglia. Tra loro c'è un volto raro e riconoscibile: la star serba Branka Katić.
Non c'è una colonna sonora tradizionale: il film è avvolto dal sound design di Jakov Munižaba, che mescola il diegetico e l’extradiegetico, spesso in modo indistinguibile. L'atmosfera nella prima parte è quella di un terrore surreale, dovuto sia al suono che alle immagini violente. E questa violenza, spesso di natura sessuale o autoinflitta, è per lo più fuori campo, anche se le sue conseguenze sono dolorosamente visibili.
La seconda parte è ambientata interamente nella foresta, dove sembra esserci una comunità di persone che vivono in stretta armonia con la natura, accanto a un grande bacino idrico risalente all'era socialista (o, in modo incoerente, a un monumento circondato da erbacce). Parlano e comunicano con funghi e muschio, e anche qui compaiono elementi di body horror, ma l'atmosfera generale è ora molto più da sogno che da incubo.
Anche se la trama sia in gran parte indecifrabile, ci sono motivi ricorrenti in varie parti del film e tra i diversi personaggi. Si potrebbe sostenere che Komljen prenda in prestito da David Lynch, soprattutto nell'affrontare il trauma, l'incertezza dell'identità e l'inaffidabilità della memoria, o da David Cronenberg in senso puramente viscerale, ma questi temi e, in particolare, la tattilità del corpo fanno parte da tempo del suo linguaggio cinematografico autentico e straniante. Il tutto è supportato da contributi tecnici di altissimo livello, non da ultimo la fotografia sensuale e disciplinata di Ivan Marković e Jenny Lou Ziegel che, a un certo punto, in modo sconcertante, utilizza persino immagini termiche. E quando scorrono i titoli di coda e si vedono diversi nomi identificati come "non umani", si può tornare indietro e riconsiderare ciò che si pensava di aver capito.
Desire Lines è una coproduzione tra Dart Film e Mak Film (Serbia), Marletti (Bosnia & Herzegovina), seriousFilm (Paesi Bassi), Pipser (Croazia) e Flaneur Films (Germania). Square Eyes si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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