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SARAJEVO 2025 Concorso

Recensione: Otter

di 

- Con il suo ultimo film Srđan Vuletić prova a entrare nell'ottica di una adolescente in un momento cruciale della sua vita

Recensione: Otter
Maša Drašler in Otter

I ragazzi non stanno bene. O, per dirla in altro modo, non sappiamo se stiano bene o no, perché viviamo in due mondi diversi. Il meglio che possiamo fare è trasmettere loro la nostra “saggezza” e le nostre esperienze, sperando che abbiano un senso nel loro mondo, e incoraggiarli ad avere e perseguire un percorso che potrebbe differire dal nostro.

Un’adolescente, schiacciata dai problemi che arrivano da entrambi i mondi, è al centro del nuovo film di Srđan Vuletić, Otter [+leggi anche:
intervista: Srđan Vuletić
scheda film
]
, il primo a essere presentato nel concorso principale del Festival di Sarajevo di quest’anno. Solo una settimana dopo, Otter aprirà il Festival Herceg Novi in Montenegro, e altri festival, sia nella regione sia nell’ambito dei film giovanili, potrebbero seguire.

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La nostra protagonista, Hana (l’esordiente Maša Drašler), di solito fa ciò che le viene detto. Non può mostrare alcun interesse per il ragazzo pseudo-vip della sua scuola, Balša (Savin Perišić), perché le sue amiche ritengono più attraente il suo compagno di podcast, il culturista egocentrico Luka (Pavle Marković). A casa, si sente trascurata dalla madre, Olga (Nada Vukčević, vista in How I Was Stolen by the Germans), che dedica il suo tempo ad assistere il padre morente di Hana.

Hana è decisamente sfortunata, perché il suo primo appuntamento previsto con Balša coincide con il giorno della morte del padre. Dopo aver visto la madre sottomettersi all’influenza del fratello del padre (l’attore serbo Marko Janketić), che ritiene che l’ultima volontà del morente (essere sepolto in una tuta spaziale, essendo stato un pilota che sognava il volo nello spazio) sia puerile e blasfema, Hana si allontana di nascosto dall’appartamento per incontrarsi con Balša e Luka e andare con loro al lago a osservare e filmare l’eclissi solare.

Il viaggio non va come previsto e, a causa del fragile ego dei ragazzi, fra i tre si crea un circolo vizioso di gelosia e insicurezza. Per la prima volta in vita sua, Hana deve prendere una decisione e agire, anche se ciò significa sfidare le figure di autorità in un contesto patriarcale e tradizionale come il Montenegro, dove il film è ambientato, e infrangere le regole sui ruoli che la famiglia e la società le impongono come donna e come giovane.

All’inizio del film, Vuletić dimostra la sua classe registica, riuscendo in un’operazione rara nel cinema di oggi: i personaggi giovani sono “autorizzati” ad apparire, parlare e comportarsi come adolescenti autentici. Inoltre, utilizza la fotografia di Filip Tot, il montaggio prevedibilmente saldo di Vladimir Gojun e le musiche originali elettroniche, umorali ed eteree di Giorgio Giampà e Marta Cucchesini come tessere di un puzzle pensato per lasciare un’impressione piuttosto forte.

Tuttavia, a metà percorso, le azioni dei personaggi, alcune drastiche, iniziano a risultare brusche, carenti di adeguata motivazione e non proprio ben calibrate nei tempi. La fonte del problema potrebbe risiedere nei tagli ad alcune parti della sceneggiatura originale di Stefan Bošković (affermatosi in TV sia in Montenegro che in Serbia) o forse nella limitata esperienza dei giovani attori. Quando per loro la posta emotiva si alza, Vuletić in qualche modo perde il controllo e il film diventa un po’ caotico.

D’altra parte, quel tipo di caos è significativo sia per la vita interiore degli adolescenti sia per la vita stessa e, alla fine, Otter, il cui titolo nasce da una scena in cui Hana raggiunge la consapevolezza definitiva di dover farsi valere, può essere considerato un film soprattutto introspettivo. In ultima analisi, spinge anche gli spettatori a guardarsi dentro.

Otter è una coproduzione tra Montenegro, Italia, Croazia, Kosovo e Bosnia-Erzegovina, realizzata da Artikulacija Film, Redibis Film, 365 Films, Realstage e Buka Production con la partecipazione di Radio-Television Montenegro.

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(Tradotto dall'inglese)

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