Recensione: La Grazia
di Jan Lumholdt
- VENEZIA 2025: La politica e l'esistenzialismo assumono una raffinata e sobria bellezza italiana nel nuovo film di Paolo Sorrentino, interpretato dal suo attore feticcio Toni Servillo

L'82ma Mostra di Venezia è stata inaugurata nientemeno che dal Presidente della Repubblica Italiana, anche se immaginario. Interpretato con consumata gravitas da Toni Servillo su uno sfondo sontuoso creato da Paolo Sorrentino, potrebbe essere addirittura migliore dell'originale. La Grazia è in concorso e, a giudicare dalle prime reazioni, sembra essere un serio pretendente al Leone d’Oro.
Dal Palazzo del Cinema Sorrentino ci porta alla Scala di Milano, prima di una grande serata di lirica, dove il presidente Mariano De Santis viene accolto con un caloroso applauso da un pubblico affezionato. Quello che non vediamo è la grande opera stessa, proprio come non vediamo mai il grande dramma dell'alta politica. Veniamo a sapere che durante la presidenza di De Santis si sono verificate sei gravi crisi, che egli ha sapientemente risolto sul nascere, guadagnandosi il soprannome all’interno del suo staff di "Cemento armato". Ora ha più di settant'anni, è vedovo da otto, ha due figli adulti di successo, ha un illustre background in giurisprudenza e mancano sei mesi al suo pensionamento. Alcuni disturbi fisici ostacolano le sue abitudini di vita e in questi giorni gli è stata prescritta una dieta rigorosa e poco attraente. Fuma una sigaretta al giorno, con grande beatitudine e un pizzico di malinconia. Si addormenta mentre prega. Non sogna mai la notte. È tormentato dai dubbi. Si può già capire fin dai primi momenti come pochi volti riescano a trasmettere tali sentimenti meglio di quello di Servillo in un film di Sorrentino.
Sul tavolo presidenziale rimangono ancora un paio di questioni fondamentali. Una di queste è il disegno di legge sulla legalizzazione dell'eutanasia, in attesa di firma, e con la figlia di De Santis, Dorotea, lei stessa esperta giurista, membro della commissione incaricata di esaminarlo. Sia lei che l'opinione pubblica sono sempre più favorevoli, mentre il Vaticano è meno entusiasta. “Sarò definito un torturatore o un assassino”, così il presidente descrive il suo dilemma.
Un altro problema è costituito dalle richieste di grazia per due detenuti incarcerati per l'omicidio di primo grado dei rispettivi coniugi, casi che coinvolgono abusi fisici coniugali e uno stadio irreversibile di Alzheimer. Sono tutte questioni importanti, ma difficilmente più grandi delle angosce di De Santis riguardo al proprio posto nella vita in quel dato momento. La più grande riguarda Aurora, l'amore di una vita, la moglie che gli manca ogni giorno, e sempre più l'atto di infedeltà che lei ha commesso 40 anni prima. Diventa la questione che ha la precedenza su tutto il resto che si trova sulla sua scrivania. Con sei grandi crisi politiche risolte con grazia e intelligenza, questo leader, padre e uomo responsabile e straordinario ha ancora quella "grazia" - "La Grazia"?
Pur ammettendo di aver tratto ispirazione dal Decalogo di Krzysztof Kieślowski, Sorrentino affronta questi temi esistenziali in modo del tutto personale, con uno stile piacevolmente sobrio e impeccabilmente valorizzato dal suo attore protagonista, che ha recitato (finora) in sette opere di notevole valore realizzate dal duo. Tra questi, La Grazia si colloca al fianco de La grande bellezza, [+leggi anche:
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intervista: Paolo Sorrentino
scheda film] sia per quanto riguarda la "grandezza" che sicuramente la "bellezza". Paragonare le qualità di Mariano De Santis a quelle di qualsiasi politico di alto rango attuale è però un compito più arduo, sicuramente per quanto riguarda la parte della "grazia".
La Grazia è stato prodotto dalle italiane Fremantle, The Apartment, Numero 10 e PiperFilm. Le vendite sono curate da The Match Factory.
(Tradotto dall'inglese)
Photogallery 27/08/2025: Venice 2025 - La grazia
21 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2025 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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