Recensione: Director’s Diary
di David Katz
- VENEZIA 2025: Aleksandr Sokurov torna con un'opera provocatoria che racconta la fine del XX secolo in Russia e altrove, a metà tra un telegiornale ininterrotto e un'installazione artistica

Aleksandr Sokurov torna con un nuovo film, Director’s Diary, un’ampia esperienza cinematografica di cinque ore che fonde memoria storica, introspezione spirituale e narrazione sperimentale. In programma fuori concorso alla prossima Mostra di Venezia (27 agosto - 9 settembre) e completato negli ultimi mesi, il film segna un nuovo capitolo nella carriera di Sokurov e una collaborazione significativa tra Russia e Italia.
Interamente scritto e diretto dallo stesso Sokurov, Director’s Diary è descritto come “un panorama storico di diverse ore, eppure estremamente dinamico e coinvolgente.” Penna e macchina da presa si fondono perfettamente, creando un flusso denso di immagini visive e significative, ciò che il regista definisce “una biografia spirituale”, che invita alla riflessione interiore attraverso un ricco intreccio di volti e storie, componendo insieme un ritratto impressionista del mondo visto dalla prospettiva russa.
“Le immagini sono leggibili, come un libro le cui pagine sono riconoscibili, a volte inaspettate, ma sempre simboliche ed emotivamente evocative,” recita la sinossi ufficiale. “Un immenso paese, i suoi abitanti e i suoi ospiti, intesi sia come massa sia come individui, vengono osservati dall’autore attraverso se stesso… Doloroso da guardare, forse, ma qui il dolore diventa una forza purificante.”
Il film è stato girato principalmente a San Pietroburgo ed è interamente in lingua russa. I co-produttori italiani hanno avuto un ruolo centrale nella post-produzione, con un team di tecnici specializzati che ha lavorato ad Ancona per sette mesi.
Il team tecnico principale comprende il collaboratore di lunga data Aleksandr Zolotukhin come direttore della fotografia, montatore e sound designer, Juri Cerusico come co-montatore e compositore di effetti visivi, e il compositore Andrej Sigle.
Director’s Diary è un progetto autoprodotto, senza alcun finanziamento istituzionale o pubblico. La produzione è frutto di una collaborazione tra Russia e Italia, guidata da Paolo Maria Spina per Revolver e Giuseppe Lepore per Bielle Re, entrambi con base a Roma, insieme ad Alena Shumakova e allo stesso Sokurov a San Pietroburgo.
“Questa collaborazione è nata dopo un lungo e piacevole incontro con Sokurov a Cinecittà, a Roma, nel giugno 2024,” ricorda Spina. “Oggi, a un anno di distanza, eccoci qui a Venezia con il nostro primo progetto congiunto. Ciò che era iniziato come una partnership professionale si è trasformato in una vera amicizia, destinata a dare vita a futuri progetti tra Italia e Russia, insieme a Sokurov e al mio partner storico Giuseppe Lepore.”
Spina attribuisce inoltre un grande merito ad Alena Shumakova, esperta programmatrice di festival e consulente personale del regista, per aver facilitato la collaborazione e seguito gran parte della post-produzione italiana. “Senza il suo coinvolgimento, questa collaborazione non sarebbe mai nata,” afferma.
Lo stesso Sokurov offre una riflessione, caratteristicamente laconica, sull’opera completata: “Cosa potrei aggiungere al monologo del mio film, che vi parlerà per cinque ore…? Guardatelo con pazienza, con un cuore gentile, con attenzione… Questa storia riguarda anche la vostra patria, il vostro paese e il vostro popolo. Una sola parola: il Vecchio Mondo non cambia.”
Nato nel 1951 a Podorvikha, nella regione russa di Irkutsk, Sokurov ha studiato storia all’Università di Gorky prima di diplomarsi in regia presso il VGIK. La sua filmografia ricca e singolare comprende titoli celebri come Mother and Son (1997), Russian Ark [+leggi anche:
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scheda film] (2002) e Faust (2011), vincitore del Leone d’Oro a Venezia.
L’uscita di Director’s Diary è prevista nell’autunno/inverno 2025. Deve ancora essere annunciato chi ne gestirà le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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