VENEZIA 2025 Settimana Internazionale della Critica
Recensione: Gorgonà
- VENEZIA 2025: Il primo lungometraggio di Evi Kalogiropoulou è un elegante capolavoro queer western ambientato in una Grecia distopica

Un mondo governato da uomini sotto steroidi che agitano pistole non sembra troppo distopico al giorno d'oggi. Ma la regista greca Evi Kalogiropoulou è in grado di trasformare le ambientazioni della sua patria in mondi cinematografici che sono allo stesso tempo tetri e sensuali. Lo ha fatto nel cortometraggio della Settimana della Critica di Cannes On Xerxes' Throne (2022), in cui il divieto di toccare fisicamente in un cantiere navale assicurava che i desideri degli operai prendessero fuoco - ricordando per tono ed energia libidica il film di Claire Denis Beau Travail. Gorgonà [+leggi anche:
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intervista: Evi Kalogiropoulou
scheda film] è l'attesissimo lungometraggio d'esordio della Kalogiropoulou, presentato in anteprima mondiale alla Settimana Internazionale della Critica, e non va esattamente sul sicuro. Evocando la figura mitica del titolo, il film estende il quadro oppressivo a un'intera e impoverita città isolata alla fine dei giorni, dove il cibo scarseggia, gli uomini sono al potere e l'unica cosa che conta è la benzina.
Nell'inquadratura iniziale, una donna si erge alta su una zattera, con i lunghi capelli neri sciolti, mentre le catene d'oro che indossa scintillano sotto il sole dell'ora d'oro: è l'immagine di un'offerta che dà il benvenuto allo spettatore nel mondo di Gorgonà, poiché Eleni (Aurora Marion) è stata scambiata dai suoi genitori per una tanica di benzina. Ora appartiene a Nikos (Christos Loulis) e ai suoi uomini, responsabili dell'enorme raffineria della città. C'è già qualcosa di irrimediabilmente perduto nei cantieri navali arrugginiti e abbandonati in cui il film è girato, e le ballate greche sentimentali che punteggiano la narrazione sembrano piangere un mondo ormai scomparso.
Su questo sfondo impotente, gli uomini allenano incessantemente i loro corpi e la loro mira, la loro pelle bruciata dal sole e i loro fisici sodi, e le armi sono un'estensione fallica delle loro braccia muscolose. Maria (Melissanthi Mahut) è l'unica donna del clan, e Nikos vuole che lei gli succeda, la sua resilienza e il suo sguardo da falco sono evidenti in ogni sua mossa.
Naturalmente ci sono altre donne, ma siedono comodamente in disparte: cameriere, negozianti, cheerleader, che aiutano un gruppo di uomini chiassosi e pieni di testosterone. Ma Maria ed Eleni si distinguono per motivi diversi: anche se quest'ultima può facilmente confondersi con le altre ragazze quando si tratta di look (parliamo di pelle di serpente, fantasie animali, glitter e colori al neon che si abbinano ai grandi orecchini a cerchio e agli occhi fumosi), il suo contegno un po' arrogante suggerisce una sfumatura di lussuria ogni volta che si contende l'attenzione di Maria.
La Kalogiropoulou ha scritto la sceneggiatura insieme a Louise Groult e il risultato è un film teso e ricco d'azione in cui la pulsione di morte e la pulsione sessuale si fondono in un unico corpo palpitante. C'è un elemento soprannaturale questo gioco, come elegantemente accennato dal titolo del film e preannunciato dall'immagine di Maria a letto con i suoi lunghi capelli sparsi sul cuscino come quelli di Medusa, perfettamente in sintonia con il suo percorso di emancipazione. Gorgonà presenta una trama relativamente elaborata, intrecciando i retroscena dei personaggi in una costellazione psicologicamente convincente di traumi familiari e desiderio, ma al suo centro risiede una verità semplice e senza tempo: anche nel più stagnante ordine patriarcale, le donne troveranno sempre il modo di riconoscersi. Intimamente.
Gorgonà è stato prodotto dalla greca Neda Film in coproduzione con Blue Monday (Francia), Kidam (Francia) e Blonde (Grecia). Le vendite internazionali del film sono curate da Playtime Group.
(Tradotto dall'inglese)
Photogallery 31/08/2025: Venice 2025 - Gorgonà
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© 2025 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege
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