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VENEZIA 2025 Fuori concorso

Recensione: The Last Viking

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- VENEZIA 2025: Anders Thomas Jensen presenta un magnifico esempio di cinema d'autore danese, al tempo stesso cupo e bizzarro, gioviale e umanistico

Recensione: The Last Viking
Mads Mikkelsen e Nikolaj Lie Kaas in The Last Viking

Da oltre quarant'anni, Anders Thomas Jensen è una vera e propria forza trainante del cinema danese contemporaneo, calcando le scene più prestigiose di tutto il mondo. The Last Viking [+leggi anche:
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, presentato fuori concorso all'82ma Mostra del cinema di Venezia, mette ulteriormente in mostra le sue doti registiche, che (nonostante un Oscar per il miglior cortometraggio) si può dire siano passate in secondo piano rispetto alla sua scrittura.

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Infatti, è soprattutto Jensen lo sceneggiatore ad avere fama internazionale. Mifune, Open Hearts [+leggi anche:
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fanno tutti parte del suo impressionante curriculum di prolifico produttore di sinceri e genuini film scandinavi, che hanno ottenuto riconoscimenti e prestigiosi remake all'estero.

Parallelamente, Jensen il regista vanta una carriera come creatore di favole bizzarramente allegre che coinvolgono spietati criminali che commettono azioni spregevoli, il tutto in un grande disegno che coinvolge accettazione, redenzione e amore per il prossimo, spregevole o meno. Per quanto riguarda gli incassi nazionali, va a gonfie vele: Flickering Lights, The Green Butchers [+leggi anche:
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(il suo film più vicino a un successo internazionale se il Covid non ci avesse messo lo zampino) hanno tutti dominato il botteghino. La critica lo acclama come un Tarantino-Coen fatto su misura per le stranezze e le idiosincrasie danesi, e immerso in un'atmosfera alla Spielberg. Un cast stellare e ricorrente non guasta: Nikolaj Lie Kaas, Mads Mikkelsen (di solito con una parrucca), Sofie Gråbøl e Bodil Jørgensen sono i soliti sospetti, qui tutti riuniti.

Tutto inizia quando il rapinatore incallito Anker (Kaas) esce dopo 15 anni di carcere, pronto a recuperare un bottino di 20 milioni di dollari rubati in banca, nascosti da suo fratello Manfred (Mikkelsen con una parrucca). Manfred ha una profonda affinità con i vichinghi e si trova ben oltre lo spettro autistico (e anche di più). Le tracce li portano alla loro vecchia casa d'infanzia, accolti come ospiti Airbnb dalla coppia disfunzionale Margrethe (Gråbøl) e Werner (Søren Malling). Li attendono un sacco di guai. Un feroce criminale coinvolto nella rapina, Friendly Flemming (Nicolas Bro, davvero spregevole), si presenta alla porta e ha bisogno di più soldi, anzi, tutti, "altrimenti la situazione gli sfuggirà di mano". Manfred non vuole/può rivelare il nascondiglio; inoltre, ora si identifica come "John", nientemeno che "Lennon". Poi c'è il luogo stesso, che custodisce i ricordi oscuri di un padre violento (Lars Ranthe) che ha reso la vita dei fratelli un vero inferno. Un mare di guai, davvero. Il tutto nel design grandiosamente bizzarro di questo particolare autore.

Come un Roy Andersson o un Aki Kaurismäki, Anders Thomas Jensen ha quella firma registica immediata che lo identifica già dopo un minuto di proiezione. Come Thomas Vinterberg, Nicolas Winding Refn e Susanne Bier, è stato determinante nel definire l'ondata cinematografica danese decollata a metà degli anni '90 e ancora in corso. Dopo quattro decenni, che il signor J. sia finalmente pronto a conquistare il mondo?

Nel frattempo, nella vecchia casa, lo psichiatra esperto Dr. Lothar (Lars Brygmann) ha messo insieme una formazione completa dei Beatles, composta interamente da pazienti deliranti. Il caso vuole che nelle vicinanze viva un certo Ringo, e che in Svezia si trovi un uomo che crede di essere alternativamente George o Paul (e occasionalmente anche Björn degli ABBA). Con un piccolo aiuto da parte di questi amici, siamo certi che vi godrete lo spettacolo.

The Last Viking è prodotto da Zentropa e Zentropa Sweden. Le vendite internazionali sono affidate a TrustNordisk.

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(Tradotto dall'inglese)

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