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VENEZIA 2025 Giornate degli Autori

Recensione: Memory of Princess Mumbi

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- VENEZIA 2025: Lo svizzero-keniota Damien Hauser realizza un film pieno di inventiva, un mix tra sci-fi, film d’amore e mockumentary che riflette sull’uso dell’IA al cinema in un’Africa futuristica

Recensione: Memory of Princess Mumbi
Ibrahim Joseph e Shandra Apondi in Memory of Princess Mumbi

Ha appena 24 anni Damien Hauser e ha già al suo attivo tre film, oltre a numerosi corti e documentari. Il regista svizzero-keniota impugna la telecamera da quando aveva sette anni, e il suo quarto lungometraggio, Memory of Princess Mumbi [+leggi anche:
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, presentato in concorso alle 22me Giornate degli Autori di Venezia, è un sorprendente mix di generi, giocoso e colorato, a tratti caotico ma sempre divertente da guardare, che riflette la vitalità e la voglia di sperimentare della sua giovane età.

Messo in piedi con un gruppo di amici e con pochi mezzi finanziari, per affrontare un momento difficile (il regista aveva da poco perso suo fratello minore), il film si avvale dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per dare forma a una città africana del futuro, Umata, dove i suoi protagonisti – siamo nel 2093 – stanno girando un documentario sulle conseguenze di una grande guerra che ha restaurato i regni e ha messo al bando tutte le tecnologie, responsabili di rendere la gente depressa. Mumbi (Shandra Apondi) è una giovane attrice, promessa sposa a un principe. In attesa di compiere 21 anni e salire sull’altare, si unisce alla piccola troupe composta da Kuve (Ibrahim Joseph) e il suo assistente (lo stesso Damien Hauser), sfidando i suoi nuovi amici a girare il film senza utilizzare l’IA.

La prima parte di Memory of Princess Mumbi è quindi incentrata sui casting, le interviste, le riprese e le riflessioni sul cinema, in una sorta di mockumentary fantascientifico dalla fantasia straripante. Poi il plot comincia a spostare la sua attenzione sul sentimento che nasce tra Kuve e Mumbi; ma Mumbi sta per compiere 21 anni e presto i due dovranno separarsi. La seconda parte del film fa quindi un salto in avanti di qualche anno: Kuve rincontra Mumbi su un set. Lui la ama ancora, lei è cambiata, ha sposato il principe e ha perso l’entusiasmo di una volta. Il Principe (Samson Waithaka) si mette in testa di recitare anche lui nel film, e così quest’ultimo, Mumbi e Kuve danno vita a uno sgangherato triangolo amoroso, tra un ciak e l’altro. Fino a che Kuve non decide di girare un altro film, proprio sulla Principessa Mumbi.

Ultra stratificato (i vari progetti di film si intrecciano tra di loro, disorientando un po’), Memory of Princess Mumbi è intriso di musica e cultura keniota, regala momenti di sano stupore, è fresco e folle. Ma il lato più interessante di questo film – di cui Damien Hauser è anche sceneggiatore, produttore, compositore delle musiche, montatore e direttore della fotografia – è quello produttivo. Con pochi soldi, il giovane autore è riuscito a dar vita a un mondo avveniristico immaginario di tutto rispetto, grazie agli sfondi creati con l’IA, un qualcosa che un tempo sarebbe stato possibile solo a Hollywood e a colpi di milioni di dollari. Un film sci-fi made in Africa originale e mai visto (è anche la prima volta del Kenya alle Giornate degli Autori) che sembra aprire la strada a nuovi scenari e a nuove possibilità del cinema, finora economicamente inaccessibili.

Memory of Princess Mumbi è prodotto da Out of My Mind Films (Kenya) in coproduzione con Hauserfilm, e con il supporto di Red Sea Film Fund. Le vendite internazionali sono affidate a Paradise City.


Photogallery 01/09/2025: Venice 2025 - Memory of Princess Mumbi

10 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Damien Hauser
© 2025 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege

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