VENEZIA 2025 Giornate degli Autori
Recensione: Come ti muovi, sbagli
- VENEZIA 2025: Gianni Di Gregorio torna con un nuovo lavoro che conferma la sua capacità di raccontare storie minute e delicate, fatte di piccoli gesti e grandi sentimenti

In Come ti muovi, sbagli [+leggi anche:
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scheda film], presentato come film di chiusura delle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia, Gianni Di Gregorio si misura nuovamente con un personaggio a sua immagine e somiglianza: un professore settantenne che sembra aver finalmente trovato la serenità. Ha una bella casa, una buona pensione e alcuni amici fidati con cui condividere il consueto bicchiere di bianco al bar.
Il suo fragile equilibrio viene però scosso dal ritorno della figlia (Greta Scarano), in fuga da Heidelberg a causa della crisi coniugale con il marito, un professore universitario interpretato da Tom Wlaschiha. Con lei arrivano anche i due nipotini (Anna Losano e Pietro Serpi), presenze ingombranti che finiscono per sconvolgere la quotidianità del protagonista. Da qui prende avvio una storia che intreccia nuove preoccupazioni e angosce, ma anche affetti inaspettati.
Le note poetiche e malinconiche, già caratteristiche del cinema di Di Gregorio, qui si fanno più accentuate, a tratti persino sovrastanti. Il risultato è un feel-good dramedy con diversi momenti riusciti, in cui l’osservazione del quotidiano si intreccia con un tono di fondo che guarda alla condizione umana con tenerezza e senza illusioni.
Il rischio più evidente di un’operazione simile, tuttavia, è quello di scivolare nel prevedibile. E, in tutta franchezza, qualche passaggio appare un po’ scontato, ad esempio nel comportamento dei bambini, forse più simili ai loro coetanei di vent’anni fa. Tuttavia, la genuinità dei dialoghi e la naturalezza con cui i personaggi interagiscono compensano in parte queste forzature. L’arte di Di Gregorio sta proprio nel catturare lo spettatore con azioni minime come lasciar pagare il parcheggio con le monetine al nipotino, ingozzarsi di fritti siciliani, condire un’insalata o tentare di scrivere saggi sconclusionati sui Longobardi.
La formula, già collaudata, appare più stanca rispetto ai lavori precedenti, incluso il recente Astolfo [+leggi anche:
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scheda film], soprattutto nel ritmo della seconda parte. Eppure, nonostante i limiti, il film porta a casa il risultato: riesce a intrattenere con semplicità e appoggiandosi a pochi elementi, tutti usati con coerenza — location quotidiane, interni intimi e accoglienti, movimenti di macchina leggeri e misurati, una colonna sonora candida e mai invadente firmata da Ratchev & Carratello e l’arrivo di un nuovo amico a quattro zampe.
Il cinema di Di Gregorio non ha la pretesa di reinventare il linguaggio, ma è un cinema popolare nel senso più onesto del termine: accessibile, comprensibile, capace di parlare a un pubblico ampio senza rinunciare alla propria identità. In un panorama nazionale spesso affollato di commedie grossolane, scopiazzate o imbarazzanti, il suo sguardo resta riconoscibile e magnetico. Anche in un’opera minore come questa, non manca quell’ironia sommessa che lo ha reso un autore a sé, fuori dalle correnti dominanti. Il protagonista, con esitazioni ed entusiasmi tardivi, riflette una condizione comune: chi cerca pace ma intreccia comunque il proprio destino con quello degli altri.
Come ti muovi, sbagli è una co-produzione italo-francese firmata da Bibi Film, Rai Cinema e Les Films du Poisson. Le vendite internazionali sono gestite da Fandango.
Photogallery 05/09/2025: Venice 2025 - Come ti muovi, sbagli
6 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2025 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege
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