VENEZIA 2025 Venezia Spotlight
Recensione: Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino
- VENEZIA 2025: Con ampie concessioni al cinema di genere, Daniele Vicari racconta del figlio di un boss calabrese degli Anni Settanta che si ribella al proprio destino

Il rapporto padre–figlio nelle organizzazioni criminali, in particolare nella ’ndrangheta calabrese, è oggetto del nuovo film di Daniele Vicari Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino, presentato nella sezione Venezia Spotlight della 82ma Mostra di Venezia. Il film racconta la vita del collaboratore di giustizia Antonio Zagari negli anni della prima espansione mafiosa al Nord, ispirandosi liberamente all’autobiografia del protagonista.
Siamo negli anni Settanta, Antonio (Gabriel Montesi), figlio del boss calabrese trapiantato in Lombardia Giacomo Zagari (Vinicio Marchioni), passa la sua esistenza tra rapine alle gioiellerie, attività di racket e omicidi commissionati dal feroce padre. Parafrasando la celebre raccolta di poesie di Cesare Pavese Lavorare stanca, il titolo stesso del film suggerisce come l’omicidio possa rappresentare un vero e proprio “mestiere” nel mondo criminale. Che può anche diventare intollerabile. Antonio paradossalmente non sopporta la vista del sangue, una chiara metafora del suo rifiuto inconscio di uccidere e di fare carriera nella struttura malavita. E il padre l’ha intuito da tempo, tanto da non considerarlo suo erede nella gerarchia del clan. Un clan che si nasconde abilmente dietro il paravento di lavori comuni e umili (Antonio fa l’operaio in una fabbrica), nonostante ci sia il colonnello Becker (Pier Giorgio Bellocchio) che ha cominciato ad indagare su di loro. Sullo sfondo ci sono gli scioperi, le manifestazioni nelle piazze e nelle università che hanno caratterizzato quegli anni.
I primi segni di frattura si registrano quando Giacomo Zagari decide di rapire il figlio del proprietario della fabbrica, un ragazzo molto amico del fratello minore di Antonio, Enzo (Andrea Fuorto). Mafioso vecchio stampo, attaccato a valori, regole e riti di affiliazione arcaici, Zagari si oppone alla collaborazione con i clan siciliani che premono per espandersi in tutto il Paese con il traffico di eroina. Antonio continua ad eseguire gli ordini, ma sempre di più la logica criminale si contrappone ai sentimenti, tanto più che il giovane trova in Angela, una ragazza siciliana che studia medicina (Selene Caramazza) un amore puro e incondizionato (“con te fino all’inferno”).
Vicari è noto per il suo cinema civile e di impegno sociale, che alterna fiction e documentario, spesso unendo elementi realistici e narrativi. Qui esprime efficacemente l’architettura fortemente familistica dei clan, con modelli familiari che assicurano la continuità organizzativa e i padri che trasmettono la mentalità dell’onore, della vendetta, della lealtà al clan. Il film non è in grado però di rappresentare lo sviluppo interiore del protagonista, che affida alla scrittura il costante conflitto identitario che vive (i suoi appunti verranno utilizzati per incriminare tutti) ma che elude il suo destino criminale già scritto soltanto quando la situazione sta precipitando. Tutti gli spunti introspettivi che un personaggio come quello poteva offrire vengono elusi a favore di un cinema più “di genere” (producono i Manetti Bros, alfieri dell’action e del noir, eredi del genere poliziottesco italiano degli anni ’70 e ’80). Numerose sono infatti le scene d’azione - ottimo il lavoro alla fotografia di Gherardo Gossi, come quello di ricostruzione storica della scenografa Noemi Marchica e delle sorelle costumiste Francesca e Roberta Vecchi - con una regia dinamica che aspira legittimamente a intercettare un pubblico potenzialmente più ampio e giovane. Vinicio Marchioni è un credibile cattivo che si contrappone con rabbia al suo rampollo, impersonato da un attore ormai molto apprezzato come Gabriel Montesi, per la prima volta protagonista.
Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino è prodotto da Mompracem con Rai Cinema. Sarà nelle sale italiane dal 4 dicembre con 01, mentre a Beta Cinema sono affidate le vendite internazionali.
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