email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2025 Giornate degli Autori

Recensione: Bearcave

di 

- VENEZIA 2025: Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis esplorano le aspettative della società nei confronti di due giovani donne, migliori amiche, nella campagna greca

Recensione: Bearcave
Hara Kyriazi (a sinistra) e Pamela Oikonomaki in Bearcave

Scritto e diretto da Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis, Bearcave [+leggi anche:
intervista: Stergios Dinopoulos, Krysi…
scheda film
]
è l'adattamento cinematografico del loro cortometraggio omonimo di 38 minuti, uscito nel 2023. Affrontando le storie intricate di due giovani donne della campagna greca, migliori amiche, il duo di registi attinge a temi intrecciati e dicotomici di cambiamento personale e stagnazione sociale. Il film è stato presentato in anteprima mondiale alle Giornate degli Autori di Venezia, dopo a ver vinto il primo premio del concorso Works in Progress 2024 a Salonicco.

L'agricoltrice locale Argyro (Hara Kyriazi) e la nota manicure Anneta (Pamela Oikonomaki) sono migliori amiche in una piccola cittadina greca, e ognuna combatte silenziosamente le proprie battaglie contro le aspettative sociali nei confronti delle donne. Anneta, appena rimasta incinta, vuole trasferirsi nella grande città di Larissa – la capitale della Tessaglia, che ha tre locali notturni, tutti strip club, come recita la battuta ricorrente del film – per vivere nella casa dei genitori del suo fidanzato Giorgos, un agente di polizia. La famiglia di Argyro, che ha una cotta per Anneta, la spinge a essere più simile alla sua migliore amica e la ragazza viene corteggiata dal motociclista Mike (Sozos Christou). Nel frattempo, Anneta si rende presto conto che la sua nuova vita non è proprio come se l'aspettava.

Suddiviso in capitoli e della durata di oltre due ore, il film soffre di una narrazione tortuosa, aggravata dalla mancanza di profondità nel rapporto tra le due figure centrali. All'inizio della storia, Argyro cerca di convincere Anneta a visitare la grotta del titolo (lett. la grotta dell’orso), la quale è avvolta da un misterioso mito di sfortuna (o forse solo dall'impressione di sfortuna), ma non è chiaro, ad esempio, cosa la spinga realmente a farlo. Bearcave accenna all'idea di quale potrebbe essere il legame tra le due donne al di là della loro ricerca di intimità, ma questo viene alla fine soffocato dalle promesse dell'ambiente patriarcale e dai limiti del sessismo che le circonda.

Dinopoulos e Papadakis operano alcune scelte cinematografiche (riprese di Arsinoi Pilou) e di montaggio (a cura di Vagelis Katsaros, Papdakis e Dinopoulos) leggermente sperimentali, come l'utilizzo di video verticali e di riprese intercalate con diversi formati per creare un effetto inquietante. Il duo fa appello ai ricordi incerti e alle fantasie vissute dalle due donne insieme per integrare la nostra comprensione della storia, anche se sembra che vengano usati troppo di rado per avere un impatto significativo. Tutto ciò significa che Bearcave gioca con alcune interessanti idee visive e tematiche, ma la sua esecuzione complessiva si rivela rapidamente troppo dispersiva per catturare l'attenzione dello spettatore per la sua durata complessiva.

Bearcave è una produzione greca guidata da Pame Ligo Collective e coprodotta da Pucci Productions. Le vendite mondiali sono ancora da assegnare.

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 29/08/2025: Venice 2025 - Bearcave

11 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Stergios Dinopoulos, Krysianna Papadakis
© 2025 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy