VENEZIA 2025 Giornate degli Autori
Recensione: Il quieto vivere
di Olivia Popp
- VENEZIA 2025: Gianluca Matarrese continua a dimostrare la sua abilità nel documentario incentrato sui dialoghi, puntando la telecamera sulla sua famiglia

"Dove finisce il sangue, inizia la pace / dove finisce la pace, inizia il sangue...", recita il canto che accompagna la colonna sonora di Cantautoma nell'ultimo lavoro del documentarista italiano Gianluca Matarrese, Il quieto vivere [+leggi anche:
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intervista: Gianluca Matarrese
scheda film]. Il titolo tradisce la profonda ironia racchiusa in questo film di Matarrese, maestro del documentario conversazionale, con una sceneggiatura scritta da lui stesso e da Nico Morabito. Il suo ultimo lavoro, GEN_ [+leggi anche:
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intervista: Gianluca Matarrese
scheda film], presentato in anteprima al Sundance all'inizio di quest'anno, seguiva una serie di interazioni tra un medico e i suoi numerosi pazienti: un potente confronto con il complesso biopolitico raccontato attraverso le conversazioni. In Il quieto vivere, punta la telecamera su una questione ancora più vicina a lui, il tutto con un'analoga attenzione a catturare ciò che si cela tra le righe in una combinazione di elementi non-fiction e fiction.
Matarrese apre il film, che è "basato su una storia vera", come un'opera tragicomica – a tratti molto soap – inquadrata come una faida tra famiglie. In realtà, però, si tratta di una sola famiglia: la sua, che vive nella Calabria rurale. Due gruppi, ai lati opposti delle rovine di un anfiteatro, come parti di un coro greco, iniziano uno scontro verbale fatto di frecciatine brutali. Le protagoniste sono due figure matriarcali, Maria Luisa Magno e sua cognata, Imma Capalbo. Ma con umorismo, scopriamo rapidamente che si tratta di una lite su chi deve pagare la ristrutturazione dell'abitazione, dato che le due parti condividono diversi livelli dello stesso complesso residenziale.
Combinando il realismo con la teatralità, Matarrese a tratti conferisce alla storia un'atmosfera quasi western. Il regista svela i segreti della famiglia attraverso accese discussioni e lamentele, con dinamiche e alleanze che emergono come intrecci di vite. Raramente veniamo a conoscenza dei nomi e dobbiamo invece affidarci a ogni singola personalità, accuratamente delineata attraverso i manierismi e l'abbigliamento, ad esempio giacche a sbuffo e rossetti vivaci. Non si può fare a meno di rimanere affascinati da alcune meschinità che, in fin dei conti, nel contesto familiare, sono più simili a questioni di vita o di morte.
Matarrese mantiene gentilmente la durata del film sotto i 90 minuti, evitando così allo spettatore di stancarsi per la ripetitività insita nella struttura dei loro continui litigi. Il quieto vivere si svolge in uno stato di realtà amplificata per la maggior parte della sua durata, racchiusa tra elementi inseriti più chiaramente allo scopo di stimolare un contesto più romanzesco. Indipendentemente da ciò che è "reale" e ciò che è "creato" per lo schermo, Matarrese ci offre un momento di intrattenimento, ricordandoci che la vita può spesso essere più rumorosa ed estrema di quanto ci aspettiamo.
Il quieto vivere è una coproduzione italo-svizzera guidata da Faber Produzioni, Stemal Entertainment, RAI Cinema, Elefant Films Sàrl e RSI – Radiotelevisione Svizzera di Lingua Italiana. Mediawan Rights cura le vendite nel mondo.
(Tradotto dall'inglese)
Photogallery 31/08/2025: Venice 2025 - Il quieto vivere
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© 2025 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege
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