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VENEZIA 2025

La Palestina protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia

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- VENEZIA 2025: Tra proiezioni, conferenze e gesti simbolici, il festival ha dimostrato come il cinema possa diventare cassa di risonanza per diffondere testimonianza e animare resistenza

La Palestina protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia
La vela dell'Edipo Re, iniziativa sostenuta dalle Giornate degli Autori e dall'Isola di Edipo

La Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia si è trasformata in un palcoscenico privilegiato per dare voce alla causa palestinese. Tra proiezioni, conferenze e gesti simbolici, il festival ha dimostrato come il cinema possa diventare cassa di risonanza potente per diffondere testimonianza e animare resistenza.

Il messaggio è chiaro fin dal primo sguardo: la vela dell'Edipo Re si gonfia al vento con i colori della bandiera palestinese accompagnata dalla scritta "From Venice to Gaza". L'iniziativa, sostenuta dalle Giornate degli Autori e dall'Isola di Edipo, è stata resa possibile grazie ai produttori del film d'apertura di Orizzonti Mother [+leggi anche:
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(Sisters and Brother Mitevski) e da Wanted Cinema (distributore di No Other Land [+leggi anche:
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intervista: Basel Adra, Yuval Abraham
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e Put Your Soul on Your Hand and Walk).

Se la proiezione di The Voice of Hind Rajab [+leggi anche:
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intervista: Kaouther Ben Hania
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di Kaouther Ben Hania che ha ricevuto 24 minuti di standing ovation, rappresenta l’apice dello svelamento del genocidio in corso a Gaza per il pubblico veneziano, è altresì importante citare lo straordinario documentario Qui vit encore [+leggi anche:
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intervista: Nicolas Wadimoff
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di Nicolas Wadimoff, evento speciale delle Giornate degli Autori, anch’esso mostrato il 3 settembre. Il documentario ci immerge nella vita di nove palestinesi che raccontano la distruzione di Gaza, le perdite, i ricordi e la condizione di esilio e di rifugiati. Un dato significativo: dei nove protagonisti, cinque - le donne del documentario - non hanno ottenuto il visto per raggiungere l'Italia.

Il 5 settembre, alle 12, presso la Sala Laguna, si è tenuto un incontro speciale con la regista Sepideh Farsi per ricordare Fatma Hassona, la fotografa palestinese che ha documentato la guerra da Gaza City dall'inizio del conflitto nel 2023. Fatma è stata uccisa insieme alla sua famiglia in un bombardamento mirato il giorno dopo l'annuncio della selezione del film a Cannes. La fotografa è protagonista del documentario di Farsi Put Your Soul on Your Hand and Walk. L'evento, moderato da Giorgio Gosetti e Maria Bonsanti, ha dato eco alla testimonianza di un'artista che ha fatto della sua cifra artistica l’impegno per la libertà di espressione in Iran e che continua a denunciare i massacri in Palestina. "Il cinema è l'arte che può meglio diventare un'arma potente di resistenza contro la brutalità e la violenza". L’incontro è promosso anche da EMERGENCY con la campagna R1PUD1A e da Articolo 21 che punta l’obiettivo sulla tutela dei giornalisti.

Infine, Venice4Palestine ha formulato due richieste simboliche ma concrete alla Biennale Cinema per concludere l'edizione: esporre la bandiera palestinese accanto a quelle sul Palazzo del Cinema e dare visibilità all'iniziativa della Global Sumud Flotilla durante la cerimonia di chiusura. L'appello si è esteso anche agli artisti invitati a portare simboli di sostegno alla Palestina sul palco della serata finale.

Venice4Palestine si è anche fatta promotrice di un incontro con il regista israeliano antisionista Eyal Sivan e Jacopo Crovella di BDS Italia per approffondire l’importanza e lo scopo del boicottaggio rispetto alle polemiche sulla censura. Sivan ha spiegato: "Le istituzioni di potere sono quelle che censurano, mentre il boicottaggio è nato come strumento dal basso per evitare la complicità. Non mira a censurare il contenuto delle produzioni israeliane, ma è un tentativo di non normalizzare la presenza di Israele in questi eventi... perché la cultura non può essere neutrale, ha il dovere di prendere posizione quando la neutralità significa sostenere l'oppressore".

A Venezia una mobilitazione collettiva straordinaria e senza precedenti, attraverso proiezioni, manifestazioni, dibattiti e gesti simbolici, ha dimostrato che il cinema può e deve essere uno strumento di riflessione sul presente e di resistenza, voce e sguardo per contribuire ad agire per il cambiamento.

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