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VENEZIA 2025 Giornate degli Autori

Recensione: Do You Love Me

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- VENEZIA 2025: Utilizzando esclusivamente materiale d’archivio, la regista libanese Lana Daher compone un ritratto vivace e multiforme del suo amato Paese martoriato da troppe guerre

Recensione: Do You Love Me

In Libano, la storia contemporanea non è insegnata nelle scuole. È quanto ci viene spiegato all’inizio di Do You Love Me, il primo lungometraggio documentario della regista originaria di Beirut Lana Daher, che ha fatto il suo debutto mondiale come Evento speciale alle 22me Giornate degli Autori dell’82ma Mostra di Venezia. In Libano, non esiste nemmeno un archivio nazionale, e questo piccolo film di poco più di un’ora è un passo importante verso la costruzione di una memoria audiovisiva condivisa: è composto esclusivamente da filmati di repertorio che abbracciano circa 70 anni di storia e cultura del Paese, e per l’occasione, la regista ha creato un sito web con un indice dei materiali presenti nel progetto (clicca qui), al fine di sistematizzare il patrimonio cinematografico libanese e condividerlo con il pubblico locale e internazionale.

Do You Love Me è un documentario che non segue un ordine cronologico, va avanti e indietro nel tempo, ma, come ci viene ricordato, “il disorientamento fa parte del viaggio: benvenuti in Libano”. Spezzoni di film, di trasmissioni tv, reportage, fotografie e filmati amatoriali sono sapientemente combinati (al montaggio c’è Qutaiba Barhamji, apprezzato montatore di film come il pluripremiato Still Recording [+leggi anche:
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) per restituire frammenti di vita, sociali e politici di un Paese che cade e si rialza sempre, in mezzo a esplosioni, bombardamenti, case sventrate (“sono solo muri, noi siamo vivi”, dice una giovane reporter indicando ciò che rimane della sua stanza), auto in fiamme, persone scomparse.

Ma non ci sono solo morte e distruzione in questo film, anzi. C’è anche il mare, ci sono scene di gioia e libertà, matrimoni, nascite, gente che balla, bambini che giocano, progetti di ricostruzione, in una concatenazione di immagini che procede per associazione di temi e suggestioni. Sono 106 i film libanesi indipendenti da cui sono tratte le scene che vediamo sullo schermo, 20mila in tutto le fonti consultate da vari archivi. Senza alcun commento o voce narrante, le immagini sono lasciate a parlare da sole, suoni e canzoni contribuiscono a plasmare un paesaggio emotivo ricco e multiforme. Il film di Lana Daher dialoga idealmente con un altro titolo libanese selezionato alle Giornate degli Autori di quest’anno, in concorso: A Sad and Beautiful World [+leggi anche:
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di Cyril Aris (vincitore del Premio del pubblico), che si interroga se valga la pena restare in un Paese martoriato da continue guerre, o se non sia il caso di cercarsi una vita migliore altrove. I due film si completano l’uno con l’altro, e Do You Love Me sembra confermarci che in Libano la vita può essere molto triste, ma anche bellissima.

Do You Love Me è prodotto da Films de Force Majeure (Francia) e My Little Films (Libano), ed è coprodotto da Wood Water Films (Germania) e Studio Lemon (Francia). Le vendite internazionali sono a cura della società svizzero-francese Lightdox.

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