email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: The Tree of Knowledge

di 

- L'ultimo film di Eugène Green è un trattato sul Portogallo moderno che assume la forma di una favola surreale e giocosa

Recensione: The Tree of Knowledge
Rui Pedro Silva in The Tree of Knowledge

Il regista settantottenne Eugène Green (nato negli Stati Uniti e trasferitosi a Parigi nel 1969) è una sorta di uomo rinascimentale, lodato per il suo lavoro in teatro, letteratura e poesia. Al cinema è forse conosciuto soprattutto per film come The Portuguese Nun [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(2008) e En attendant les barbares [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
(2017), entrambi caratterizzati da una teatralità audace e giocosa. Il suo lavoro più recente, The Tree of Knowledge, che debutta in prima mondiale nell’ambito del Fantastic Fest, manifestazione texana dedicata al cinema di genere, prosegue questa tendenza, poiché il suo trattato sul Portogallo contemporaneo è arricchito da dettagli tipici del genere e da molta teatralità.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Gaspard (Rui Pedro Silva) è un adolescente che vive a Lisbona e vede in prima persona gli effetti quotidiani dei turisti che sembrano prendere possesso della sua città. Scappato di casa, cade sotto l’influenza dell’Orco (Diogo Dória), un uomo che ha stretto un patto con il Diavolo, dal quale ha ricevuto poteri speciali. Gaspard diventa suo complice, aiutandolo ad attirare turisti che l’Orco poi trasforma in animali e uccide. Ma Gaspard è disgustato da ciò che vede e – fuggendo con un asino e un cane – scappa e approda in una dimora spettrale abitata dallo spirito della regina Maria I (Ana Moreira), che governò il Portogallo alla fine del Settecento. Furioso con il suo ex protetto, l’Orco non è molto lontano.

Il film esibisce costantemente la propria teatralità, facendo grande uso del campo/controcampo e di personaggi che fissano l’obiettivo mentre pronunciano le battute con una lieve aria di artificiosità. Oscillando dal metaforico al fin troppo esplicito (“Ti ha rubato il cibo”, grida a un certo punto un turista al proprietario di un café portoghese. “Voi ci avete rubato la città”, ribatte lui, guardando direttamente in macchina), l’opera diventa un intenso miscuglio di critica sociale alla società portoghese, filosofia morale e un trattato contro i mali del turismo e del capitalismo. In mani meno sicure, il film sconfinerebbe nel manierismo e nel dilettantismo. Ma qui c’è un’audacia e una giocosità che alla fine rendono l’opera silenziosamente avvincente. Non mancano momenti davvero esilaranti (tra cui uno scambio al vetriolo in cui si scopre che il Diavolo possiede azioni di un quotidiano portoghese e ne è anche il critico cinematografico), così come alcuni momenti di più sottile contemplazione in mezzo alla sfacciataggine. E la natura silenziosamente sgangherata della vicenda diventa in realtà delicatamente accattivante man mano che il film procede.

La vetrina al Fantastic Fest probabilmente susciterà l’interesse dei festival di genere, sebbene il film, in ultima analisi, sia un’opera fortemente d’autore con orpelli di genere. Chi cerca solo sangue e frattaglie storcerà il naso, ma chi punta al contrasto potrà portarlo in rassegne di genere e a un pubblico più ampio. Con un’anteprima nazionale prevista a Doclisboa in ottobre, il circuito dei festival cinematografici generalisti sembrerà un buon posto per il film, e dovrebbe attirare molti appassionati di cinema d'autore. Qualsiasi cosa oltre questo potrebbe rivelarsi più difficile.

The Tree of Knowledge è una coproduzione tra Portogallo e Francia realizzata da O Som e a Fúria e Le Plein de Super. Le vendite internazionali sono affidate a MoreThan Films.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy