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SAN SEBASTIAN 2025 New Directors

Recensione: Weightless

di 

- Il film d'esordio di Emilie Thalund mette in luce l'accettazione di sé, l'amicizia, il desiderio e la crescita, seguendo un'adolescente in un campo sanitario

Recensione: Weightless
Ella Paaske e Marie Helweg Augustsen in Weightless

Programmato nella sezione New Directors del Festival di San Sebastian, Weightless [+leggi anche:
intervista: Emilie Thalund
scheda film
]
segna il debutto cinematografico della regista danese Emilie Thalund. Nel film, la quindicenne Lea (Marie Helweg Augustsen) vuole perdere peso, così trascorre l'estate in un campo sanitario, circondata dalla natura e da altri giovani della sua età, in particolare la sua compagna di stanza Sasha (Ella Paaske). La presenza di questa ragazza, molto vivace, estroversa e spensierata, e che si comporta già come un'adulta, influenza Lea, che, per molti aspetti, si ritrova a crescere molto rapidamente. In questo caso, il suo desiderio di diventare maggiorenne si riflette nel suo comportamento nei confronti dell'istruttore Rune (Joachim Fjelstrup), da cui è attratta.

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Il film è fondamentalmente delicato, usando calore e una certa dolcezza per plasmare il mondo dei suoi personaggi. I tre personaggi principali si trattano spesso nei peggiori modi possibili, eppure riescono comunque a riappacificarsi. Questo funziona perché sono scritti con vera profondità: si capisce perché si comportano in un certo modo, anche quando hanno chiaramente torto. Da questo punto di vista, la sceneggiatura di Marianne Lentz è probabilmente il punto di forza di Weightless. Conferisce alla storia un senso di completezza, anche quando i dettagli rimangono inespressi. Lea e le persone che la circondano sono credibili, anche quando mostrano i loro comportamenti più paradossali.

La fotografia di Louise McLaughlin riflette la finezza della sceneggiatura e si sposa perfettamente con le scelte di ripresa, che dimostrano una visione registica sicura. Inquadrature accuratamente scelte evidenziano i momenti psicologicamente più inquietanti, accrescendo il senso di autenticità della narrazione. Detto questo, il film di Thalund non è privo di elementi eccessivamente convenzionali e, di tanto in tanto, sembra pronto a prendere una certa piega che avrebbe potuto aiutarlo a raggiungere un livello più elevato di qualità complessiva e originalità. Alcune sequenze sono prevedibili e non stimolano il pubblico quanto avrebbero potuto. Il film sembra più intenzionato a essere ben scritto e relativamente "sicuro" che a proporre qualcosa di troppo audace o provocatorio. Qualche idea più audace qua e là lo avrebbe probabilmente sollevato dalla stasi in cui a volte rischia di sprofondare.

Ciononostante, i temi di Weightless sono ampiamente condivisibili, in particolare la sensazione di sentirsi a disagio nella propria pelle. Sebbene alcune delle persone intorno a lei – sia coetanei che adulti – affermino che Lea è accettata, almeno nello spazio sicuro offerto dal campo sanitario, lei fatica ancora ad accettare sé stessa, cosa molto comune a quell'età. È anche probabile che il mondo al di fuori di quella zona sicura sia stato meno piacevole per Lea, ma fortunatamente il film non si sofferma su questo aspetto della vita della protagonista. È una scelta intelligente mostrare chi è diventata Lea, piuttosto che il processo che l'ha portata al punto in cui il pubblico la incontra. È difficile non identificarsi con lei: tutti possono immedesimarsi in questi sentimenti di inadeguatezza, intrecciati a una pulsante voglia di vivere, un sentimento che può essere avvertito non solo durante l'adolescenza, ma per tutta l'esistenza.

Weightless è prodotto dalla danese Snowglobe; le vendite internazionali sono gestite da REinvent.

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(Tradotto dall'inglese)

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