email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SAN SEBASTIAN 2025 Concorso

Recensione: La ballata di un piccolo giocatore

di 

- Le spettacolari location asiatiche del nuovo film del regista di Conclave sono più accattivanti della sua trama intricata e vuota, con protagonista un intrepido Colin Farrell

Recensione: La ballata di un piccolo giocatore
Colin Farrell in La ballata di un piccolo giocatore

L'eccessiva e abbagliante Macao non è solo un altro personaggio in La ballata di un piccolo giocatore [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
: la città asiatica domina lo schermo, assorbendo tutta la potenza che il film di Edward Berger potrebbe emanare. Berger, regista premio Oscar di Niente di nuovo sul fronte occidentale [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Edward Berger
scheda film
]
e Conclave [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Red Carpet @ European Film…
scheda film
]
, torna al Festival di San Sebastian con la sua ultima opera, presentata in concorso alla 73ma edizione del festival.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il film racconta la via crucis di Lord Doyle, un truffatore professionista e ludopatico (interpretato da un intrepido Colin Farrell, che cerca di salvare un personaggio privo di empatia) che gioca costantemente nei scintillanti casinò della Las Vegas asiatica. Tormentato dai debiti, incontra una donna misteriosa che gli cambierà la vita (interpretata dall'attrice cinese Fala Chen), mentre un'altra donna (interpretata da un'istrionica Tilda Swinton, che sembra non credere al suo ruolo) lo insegue per saldare uno dei suoi tanti debiti in sospeso.

Saturato di colori intensamente abrasivi per mano del direttore della fotografia James Friend, La ballata di un piccolo giocatore ricorda pericolosamente uno spettacolo pirotecnico estivo o una palla da discoteca. Supportato da una colonna sonora epica, operistica e impertinentemente invasiva di Volker Bertelmann, che sembra aver invocato – nel comporla – il suo connazionale Richard Wagner, il film è basato sull’omonimo romanzo del 2014, scritto dal giornalista britannico Lawrence Osborne, residente a Bangkok, e adattato per il grande schermo da Rowan Joffe. Con una certa aura esistenziale, il film accompagna inesorabilmente un personaggio perso nel luminoso barocco di un mondo moderno in cui le cose materiali assumono troppa importanza.

Ma il problema è il tono del film, che oscilla tra eccesso, accumulazione e parodia, con un personaggio centrale tanto imprevedibile quanto la narrazione stessa del film, provocando confusione e indigestione nello spettatore. Questo vagare per quella Macao maestosa ma kitsch non riesce a catturare l'attenzione del pubblico, al di là, come abbiamo notato in precedenza, delle sue location telegeniche.

Malgrado il suo tentativo di portare avanti un discorso sulla spiritualità e contro l'ambizione e il materialismo, e il suo finale di redenzione/salvezza, La ballata di un piccolo giocatore finisce per essere un rumoroso scontro di elementi che non si armonizzano del tutto: un'imitazione del montaggio nervoso e delle inquadrature autoindulgenti di Casinò di Martin Scorsese, intriso di una palette di colori ipersaturi alla Wong Kar-Wai, spesso copiato, e delle bizzarrie di un grande e vacuo spettacolo di marionette che si spaccia per trascendenza – in definitiva, nient'altro che una successione di immagini appariscenti, sfarzo eccessivo e un'estenuante corsa di personaggi sull'orlo di un attacco di vaghezza.

La ballata di un piccolo giocatore è una produzione di Good Chaos (Regno Unito), Nine Hours (Germania) e Stigma Films (Regno Unito) per Netflix, piattaforma che lo lancerà il 29 ottobre.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy