SAN SEBASTIAN 2025 Fuori concorso
Recensione: Un fantasma en la batalla
- Agustín Díaz Llanes punta in alto nel suo ritorno con un thriller teso e angosciante su un'agente della Guardia Civil che si infiltra clandestinamente tra le fila del gruppo terroristico ETA

È passato poco meno di un anno da quando il film pluripremiato di Arantxa Echevarría, La infiltrada [+leggi anche:
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scheda film], è uscito e ha riscosso un enorme successo (prima al botteghino, poi alla cerimonia dei Goya). Il film raccontava la storia di un’agente della polizia nazionale infiltratasi segretamente nell'ETA, l'organizzazione terroristica che ha versato sangue in Spagna per troppi anni, anche nell'era democratica. Ora, un film con una trama simile, ma di qualità cinematografica superiore, è stato presentato fuori concorso al 73mo Festival di San Sebastian: Un fantasma en la batalla [+leggi anche:
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scheda film] di Agustín Díaz Yanes.
La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, tornato alla regia dopo l'uscita di Oro [+leggi anche:
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intervista: Agustín Díaz Yanes
scheda film] nel 2017, è liberamente ispirata a fatti reali, poi modellati con elementi di finzione, per creare un'opera seria che denuncia le atrocità senza perdere il senso del ritmo, il dramma personale, la storia e l'intrattenimento. La trama vede protagonista una giovane agente della Guardia Civil, Amaia (interpretata da Susana Abaitua), che viene reclutata da un superiore (Andrés Gertrúdix) per infiltrarsi tra i simpatizzanti dell'ETA. Per farlo, la giovane donna deve adottare un'altra identità, cancellare il suo passato e vagare per la Spagna settentrionale e la Francia meridionale come lo spettro a cui allude il titolo. Questo le impedirà di essere vista per quella che è veramente e contribuirà a sventare le azioni della banda criminale.
Per narrare questa storia, che si svolge nell’arco di dodici anni (dal 1992 al 2004), Díaz Yanes si è servito di documenti audiovisivi, immagini d'archivio e filmati di telegiornali. Questi materiali catapultano i più giovani – e chi non ha familiarità con la storia recente – in un periodo critico per il popolo spagnolo, che viveva sotto il terrore di un gruppo di persone che non aveva alcun rispetto per la vita degli altri.
Su questa impalcatura di realtà, il regista madrileno costruisce un thriller vibrante su falsità, spionaggio e menzogne che stimola l'interesse dello spettatore per tutta la sua durata. Girato con la fotografia malinconica, opprimente e triste di Paco Femenía, in linea con lo stato d'animo di un'intera nazione in preda al panico, Un fantasma en la batalla a tratti sembra un film horror. Tale è l'angoscia e la tensione che trasudano le sue scene, sostenute da un cast misurato ed efficace in cui anche Iraia Elias, Raúl Arévalo e il regista Jaime Chávarri (che sembra godere di una rinata carriera d'attore, avendo presentato El último arrebato a questo stesso festival, nella sezione Zabaltegi-Tabakalera) brillano in ruoli secondari.
Per tutti questi motivi, e visti i suoi meriti, viene da chiedersi se questo film, coprodotto da J.A. Bayona, non sarebbe stato incluso nella competizione ufficiale di questo festival se il regista di La sociedad de la nieve [+leggi anche:
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intervista: J.A. Bayona
scheda film] non fosse stato presidente della giuria.
Un fantasma en la batalla è una produzione di Basoilarraren Filmak; uscirà nelle sale spagnole il 3 ottobre, distribuito da TriPictures, e su Netflix il 17 dello stesso mese.
(Tradotto dallo spagnolo)
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