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SAN SEBASTIAN 2025 Concorso

Recensione: Historias del buen valle

di 

- José Luis Guerín torna con un altro film umanista e non-fiction, popolato da persone reali, abitanti multiculturali di un quartiere periferico di Barcellona

Recensione: Historias del buen valle

La stampa più cinefila è entusiasta del nuovo film di José Luis Guerín, Historias del buen valle [+leggi anche:
intervista: José Luis Guerín
scheda film
]
. Molti volevano che vincesse la Conchiglia d’Oro del 73mo Festival di San Sebastian. Alla fine, il regista si è dovuto accontentare del Premio speciale della giuria, 24 anni dopo aver ricevuto lo stesso riconoscimento (insieme al Premio FIPRESCI) per En construcción, un documentario girato nelle strade della sua città natale, Barcellona.

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Guerín ha ambientato il suo nuovo film, anch'esso di non-fiction, nella stessa città, ma nel quartiere periferico di Vallbona, un luogo simile a un'isola delimitato da un fiume, binari ferroviari e autostrade. Un microcosmo che passa dal mondo rurale a quello urbano, preservando stili di vita sradicati dal centro città e possibili solo in questo spazio ibrido e selvaggio.

La sceneggiatura è appena abbozzata, e il lungometraggio svela i suoi meccanismi interni, mostrandone la realizzazione man mano che procede. Inizia con riprese d'osservazione in bianco e nero girate in Super 8, che servono da introduzione all'ambientazione, seguite da interviste condotte dallo stesso Guerín per selezionare il cast. Il tutto è completato da incontri di quartiere e tra amici, feste di famiglia, canzoni, passeggiate, conversazioni, attività agricole, pic-nic e balli.

Anche il regista è presente, con la sua voce, e dialoga occasionalmente con gli attori non professionisti che interpretano i ruoli principali, diventando parte di un processo creativo incontaminato, che si rivela nudo e crudo allo spettatore. Girato nell'arco di tre anni, il film distilla il legame emotivo autentico e profondo nato durante la sua lunga gestazione tra il regista e il montatore e le varie persone che lo popolano, catturandone desideri, aspirazioni e problemi quotidiani.

Partendo da questo sguardo profondamente umanista, il film, nelle sue due ore di durata, ci presenta un uomo anziano che incarna la memoria del quartiere, poiché ne conosce le rovine. Un'altra figura riflette la perdita di memoria, legata ai nuovi condomini che stanno sorgendo nella città dormitorio. Altri rappresentano le famiglie di contadini arrivate decenni prima da tutta la Spagna, mentre altri ancora rispecchiano le migrazioni globali di oggi. Il risultato è un caleidoscopio che, con sorprendente semplicità, espone molti dei problemi che ci preoccupano in questo momento, dall'ambientalismo al bullismo scolastico, il tutto trasmesso attraverso la verità senza maschere della gente comune. Il film offre un ritratto cinematografico di un luogo molto autentico, che probabilmente entusiasmerà particolarmente il pubblico dei festival.

Historias del buen valle è una coproduzione ispano-francese di Los Ilusos Films (compagnia di Jonás Trueba), Perspective Films e Orfeo Iluso AIE. Le vendite internazionali sono curate dall'agenzia francese Shellac. La distribuzione in Spagna è affidata a Wanda Visión, che lo distribuirà nelle sale il 6 febbraio 2026.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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