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FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: Différente

di 

- Jehnny Beth brilla in un film generoso e istruttivo di Lola Doillon sulla complessità della vita di una persona autistica non diagnosticata

Recensione: Différente
Jehnny Beth in Différente

"Non mi piace cambiare le mie abitudini, controllo sempre le cose mille volte, non mi piacciono molto le persone, sono troppo diretta, sono ipersensibile alla luce e ai suoni, sono spesso esausta e non capisco l'umorismo sottile". Per Katia, la trentenne protagonista di Différente, quarto lungometraggio di Lola Doillon (rivelatasi nella sezione Un Certain Regard di Cannes nel 2007 con Et toi, t’es sur qui? [+leggi anche:
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), uscito a fine giugno in Francia e proiettato oggi al Festival do Rio (nell'ambito dell'iniziativa Europe! Voices of Women+ in Film dell'European Film Promotion), la vita quotidiana, sia personale che professionale, non è e non è mai stata una passeggiata. E per un motivo: questa giovane donna è autistica, ma non lo sa, perché in qualche modo è sempre riuscita ad adattarsi e a mascherare ciò che gli psicologi hanno costantemente etichettato come depressione e ansia, che nessun farmaco è mai riuscito a sconfiggere.

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Nell'affrontare questo delicato argomento, già esplorato in diversi film (in particolare il celeberrimo Rain Man), senza scivolare nel dramma o nella commedia eccentrica, Lola Doillon chiarisce il suo desiderio di dare visibilità e di denunciare l'approccio imperfetto al sostegno delle persone con autismo in Francia. E la regista (che ha anche firmato la sceneggiatura) lo fa seguendo la scia di Katia (la brillante Jehnny Beth), ricercatrice in una società di produzione audiovisiva con sede a Nantes, un ruolo per il quale è ampiamente sovraqualificata (con grande rammarico di sua madre, interpretata da Mireille Perrier). Un incontro casuale con alcuni specialisti dell'autismo innesca in Katia il desiderio di approfondire la questione, e quando apprende i sintomi di questo disturbo, che influenzano il modo in cui le persone comunicano e interagiscono con il loro ambiente, ne rimane profondamente colpita.

Concentrandosi sulla relazione romantica che si sviluppa tra Katia e Fred (interpretato dal simpatico attore belga Thibaut Evrard), il film conferisce una dimensione umana e "leggera" a un argomento del tutto serio, e mette in luce in modo estremamente dettagliato lo spettro autistico (la sensazione di recitare quando si interagisce con chiunque non siano i propri cari e di non essere autentici, la mancanza di una vita sociale, la dolorosa impossibilità di fare "due chiacchiere", la necessità di rimanere a casa in uno spazio rassicurante e di mantenere una routine rigida perché l'ansia per l'imprevisto può colpire duramente, un'enorme sete di conoscenza, di franchezza...). È un approccio educativo e non giudicante che contraddistingue il film, ma la natura strutturata della storia è anche il suo tallone d'Achille. Come può Katia esprimere il suo amore? Quale approccio può adottare per far accettare ai propri cari la sua diagnosi ("accetto il tuo lato antisociale, ma ci sono dei limiti. Non puoi vivere la vita da reclusa totale, come se gli altri non esistessero nemmeno")? Dovrebbe nasconderlo al mondo o ammettere apertamente la sua realtà? E che dire dell'avere figli, visto il rischio di trasmettere la malattia? Tutte queste domande e altre ancora vengono esaminate con benevolenza e un certo ottimismo (gli altri sono amorevoli), senza tuttavia nascondere le inevitabili difficoltà quotidiane e la solitudine interiore che ne consegue. Ma il sollievo, come sottolinea il film, inizia con l'identificazione del proprio comportamento unico e con il sentirsi finalmente se stessi.

Différente è prodotto da Ping & Pong Productions e da Agat Films. Be For Films guida le vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)

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