L’audiovisivo italiano cresce del 9% trainato da tv lineare e online video, secondo il rapporto APA
- Secondo lo studio presentato al MIA, il settore ha raggiunto nel 2024 16,3 miliardi di euro, calano i contenuti originali scripted, nessuna crescita della sala, aumentano i costi di produzione

L’industria audiovisiva italiana ha raggiunto nel 2024 i 16,3 miliardi di euro, con un aumento del +9% rispetto all’anno precedente, consolidando una crescita media annua del +4,6% dal 2018, più del doppio rispetto al PIL nazionale. A trainare questo incremento ci sono la televisione lineare, protagonista grazie al boom degli investimenti pubblicitari, e l’Online Video (gratuito e a pagamento e cioè l’insieme dei servizi SVoD, TVoD, EST e AVoD), in continua espansione, confermando il ruolo centrale del comparto nel panorama digitale. Questi dati emergono dal 7mo Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale, presentato il 7 ottobre dalla presidente di APA - Associazione Produttori Audiovisivi Chiara Sbarigia nell’ambito del MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo di Roma.
La televisione lineare rimane dunque anche nel 2024 il primo mezzo audiovisivo con una quota del 52% sul totale del settore; considerando anche l’area integrata degli audiovisivi di rete (offerte TV e Online Video) la TV vale circa il 61% del totale, confermando il ruolo centrale degli operatori tradizionali anche nella transizione digitale. La sala cinematografica è l’unico mezzo che non registra una crescita in termini di risorse attratte nel 2024 sull’anno precedente.
Il 2024 si caratterizza per una ulteriore crescita (+10%) del costo complessivo di produzione delle opere “Italian Original” destinate alla Sala Cinematografica (Film), alla TV e al VoD, in tutti in generi scripted (Fiction, Documentari e Animazione) e unscripted (Intrattenimento, programmi di approfondimento, talk show, magazine etc).
Lo studio – realizzato da APA con il supporto di istituti di ricerca come eMedia, Ce.R.T.A. Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi e Fondazione Symbola - evidenzia inoltre che il mercato, dopo anni di espansione sostenuta dalla domanda e dagli incentivi fiscali, sta entrando in una nuova fase in cui si osserva un passaggio da un modello “demand-driven” a un modello “product-driven”, con maggiore selezione dei progetti e attenzione alla circolazione internazionale delle opere.
La produzione italiana continua a eccellere con titoli di grande successo che guidano un panorama audiovisivo sempre più selettivo. Anche l’unscripted cresce, con la produzione indipendente e il branded entertainment sempre più protagonisti.
In calo però la programmazione di contenuti originali scripted: sia gli editori lineari che quelli OTT puntano su meno titoli originali, rispetto alle precedenti stagioni. Si registra anche una contrazione del numero complessivo di soggetti produttivi indipendenti attivi nella stagione (-22%), con una netta prevalenza di società coinvolte in un solo titolo (67%).
Lo short form emerge come nuova frontiera creativa e commerciale, tra TikTok e Instagram, trasformando il modo di raccontare storie e di coinvolgere il pubblico.
Il sistema degli aiuti pubblici — in particolare il Tax Credit — rimane una leva essenziale per sostenere la crescita della domanda, la ricerca della qualità e la produzione indipendente. Il rapporto sottolinea però la necessità di requisiti per il sistema degli aiuti basati su rigore, rapidità, semplicità ed efficacia nelle erogazioni.
“Il valore aggiunto del nostro sistema produttivo - ha sottolineato la presidente Chiara Sbarigia - è nelle imprese indipendenti: sono loro a garantire titolarità delle idee, flessibilità operativa e capacità di costruire progetti esportabili. Investire nella loro sostenibilità finanziaria e nella chiarezza delle regole significa rafforzare la competitività internazionale del prodotto audiovisivo italiano”.
La filiera coinvolge oggi oltre 124.000 professionisti, con 4.747 donne imprenditrici e una significativa presenza di under 35, anche se rimane un settore a prevalenza maschile e concentrato nella regione del Lazio.
Dopo l’illustrazione del rapporto si è tenuto un panel, moderato da Massimo Scaglioni (direttore del Ce.R.T.A., Università Cattolica), sul tema della qualità delle produzioni, a cui hanno partecipato alcuni dei principali commissioner dell’industria: Maria Pia Ammirati (direttore, Rai Fiction), Eleonora Andreatta (vice presidente per i contenuti italiani, Netflix), Daniele Cesarano (direttore fiction, Mediaset), Nils Hartmann (executive vice president, Sky Studios Italia) e Viktoria Wasilewski (country manager, Prime Video Italy). Il panel ha messo a fuoco come l’ecosistema si stia ridefinendo tra broadcaster tradizionali e piattaforme globali — con opportunità concrete per coproduzioni internazionali, titoli a budget elevato e per forme di prodotto short-form e branded content che stanno guadagnando peso nelle strategie editoriali.
Scarica qui le slide del rapporto.
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