Recensione: Vieja loca
- Carmen Maura tiranneggia il suo avversario maschile e cattura l'attenzione dello spettatore nel racconto gotico, sadico e a tratti terribilmente divertente di Martín Mauregui

Presentato al Fantastic Fest di Austin, dove l'esordiente Martín Mauregui ha vinto il premio per la miglior regia, e al Festival internazionale del cinema fantastico di Sitges il giorno prima della sua première spagnola (il 10 ottobre, distribuito da DeAPlaneta), Vieja loca ha due assi nella manica: la produzione di J.A. Bayona (regista di un altro film terrificante e raccapricciante, ambientato anch'esso in una vecchia villa, El orfanato [+leggi anche: 
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scheda film]) e l'onnipresenza di una forza della natura, la maestra d'interpretazione Carmen Maura.
A ottant'anni, la quattro volte vincitrice del Premio Goya dimostra ancora una volta che nessun ruolo è al di fuori della sua portata, per quanto estremo. E l'Alice di questo lungometraggio è tutt'altro che facile, perché, come suggerisce il titolo, non è in sé e passa da uno stato d'animo all'altro con l'agilità di un canguro, senza mai perdere quell'elemento fondamentale di ogni finzione chiamato credibilità.
Qui, Maura interpreta con vigore una donna che è rimasta sola in casa, senza compagnia se non il suo cagnolino, che a tratti odia e per questo ha chiamato Franco. Ma Laura, sua figlia, in viaggio, è preoccupata per le condizioni della madre e chiede al suo ex fidanzato, Pedro (interpretato da Daniel Hendler, in grado di reggere il confronto con lo tsunami di Maura), di andare a casa della madre per controllare come sta l'anziana donna e, soprattutto, se sta prendendo le sue medicine.
Ma quando Pedro varca quella porta, entra in una terra da incubo dove Alice regna sovrana. Lì inizia il suo calvario, poiché i baffi dell'uomo apriranno un vaso di Pandora, ricordando all'anziana donna episodi infelici del suo passato.
Con accento ed espressioni argentine, poiché l'azione si svolge lì, Carmen Maura si assicura, per il resto del film, che nessuno si addormenti. La bestia dentro il suo personaggio si risveglierà e le ferite del passato cercheranno un colpevole, e la loro successiva vendetta. Poi, gli elementi più comuni del genere horror si dispiegheranno davanti agli occhi del povero Pedro e dello spettatore (anch'esso sofferente): sangue, spaventi e violenza nelle giuste dosi per provocare stupore (soprattutto se a sfondo sessuale).
Vieja loca non è solo un semplice carosello di effetti speciali; cerca di andare oltre, infondendo significato e giustificando la sua trama folle. Come in La morte e la fanciulla di Roman Polanski, c'è un passato da esorcizzare e un criminale da assicurare alla giustizia, nonostante i danni collaterali. E sebbene il suo tono sia giocoso, dominato da un umorismo dark ed eccessivo, quasi da fumetto, questo lungometraggio è comunque un duello tra vittima e carnefice, proprio come James Caan affrontò il premio Oscar Kathy Bates in Misery non deve morire. Se in quel film la molla scatenante era l'amore sfrenato di un fan letale, qui è la violenta eredità dell'abuso di autorità.
Vieja loca è una coproduzione tra Películas La Trini, Primo Content (Argentina), Mr. Fields and Friends, Bambú Producciones e La Unión de los Ríos (Argentina), con la partecipazione di Amazon España. La francese StudioCanal si occupa delle vendite.
(Tradotto dallo spagnolo)
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