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LONDRA 2025

Recensione: The Choral

di 

- Il film di Nicholas Hytner vede Ralph Fiennes nei panni di un direttore di coro e fonde musica e narrazione corale nella Gran Bretagna della Prima guerra mondiale

Recensione: The Choral
Ralph Fiennes in The Choral

Dopo la proiezione al Festival di Toronto, The Choral [+leggi anche:
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di Nicholas Hytner ha avuto la sua prima europea al Festival BFI di Londra, nella sezione Gala. L’uscita è prevista esclusivamente in sala, il 7 novembre, in tutto il Regno Unito.

Ambientato nella cittadina immaginaria di Ramsden, nel nord dell’Inghilterra, il film segue il dottor Guthrie (Ralph Fiennes) nei panni del tormentato leader del coro locale, chiamato ad aiutare a mettere in piedi un’esecuzione che decide debba basarsi su The Dream of Gerontius del compositore britannico Edward Elgar. Sullo sfondo infuria la Prima guerra mondiale, e la tranquillità del piccolo centro è scossa dalle sue conseguenze. In particolare, il dottor Guthrie non è benvoluto nella comunità a causa dei suoi legami con la Germania, un paese che considera superiore nel suo approccio all’arte e dove ammette di aver lasciato il cuore dopo averci vissuto a lungo. Un altro nodo è rappresentato dalla sua sessualità: è omosessuale, e la comunità religiosa che ruota attorno al coro è restia ad accettarlo, almeno all’inizio.

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The Choral presenta un ampio ensemble di personaggi, che a tratti può creare un senso di spaesamento. Il dottor Guthrie è la stella attorno a cui orbitano molte altre vite – dai ragazzi adolescenti catapultati in guerra proprio mentre cominciano a scoprire l’amore (e persino a ritrovarsi invischiati in triangoli amorosi), a figure più mature segnate dal conflitto, come il benefattore del coro, che ha perso il figlio e la cui moglie è divenuta la pallida ombra di sé stessa, e che continua comunque a cantare nonostante la mancanza di talento. In questo senso, il film ricorda a tratti un musical – pur non essendolo, in senso stretto – non solo per l’uso pervasivo della musica, ma anche per la frequente sovrapposizione di molteplici personaggi e delle loro linee narrative individuali, come nei musical quali Les Misérables [+leggi anche:
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, dove tutti i fili restano interconnessi.

Dopotutto, il titolo suggerisce che il film possa essere un’esperienza condivisa, ed è piacevole constatare che, per una volta, il peso dell’opera non gravi interamente sull’attore più famoso coinvolto. Ciò nonostante, Fiennes, come di consueto, mette cuore e anima nell’interpretazione, calibra finemente ogni emozione e guida il cast corale con carisma e maestria. Conferma ancora una volta di essere l’attore più ispirato della sua generazione, capace di adattarsi con estrema facilità a qualsiasi ruolo.

Il lavoro di Hytner è perfetto tanto per il grande pubblico quanto per un’audience più esigente. Probabilmente funzionerà discretamente in sala, ma la sensazione è che si adatterebbe perfettamente anche a un modello di distribuzione che permetta di vederlo a casa, poiché The Choral sembra offrire un’esperienza di visione più ampia. Rientra chiaramente nella categoria delle produzioni britanniche, in particolare quelle ambientate in periodi storici specifici – anche quando sono fittizi – che incontrano il gusto di un pubblico vasto. Il suo approccio differisce molto da quello di un altro film britannico ambientato durante la Prima guerra mondiale, 1917 [+leggi anche:
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di Sam Mendes. Pur essendo molto meno innovativo dal punto di vista produttivo, offre un’emozione sinceramente sentita e trova il giusto equilibrio tra umorismo e commozione. Tutti gli aspetti tecnici sono curati con perizia e, anche se il film non resta memorabile per nulla in particolare, ne vanno riconosciute l’autenticità e l’anima.

The Choral è una coproduzione tra Regno Unito e Stati Uniti. Le società coinvolte sono DJ Films, Free Range Films, Gerontius Productions, Head Gear Films, Metrol Technology e Sony Pictures Classics. Le vendite sono affidate a Sony Pictures Classics.

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(Tradotto dall'inglese)

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