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ROMA 2025

Recensione: Put Your Soul on Your Hand and Walk

di 

- La regista iraniana Sepideh Farsi trasforma le sue videochiamate con la fotogiornalista Fatma Hassona in una testimonianza preziosa e straziante della vita quotidiana a Gaza sotto le bombe

Recensione: Put Your Soul on Your Hand and Walk
Fatma Hassona e Sepideh Farsi in Put Your Soul on Your Hand and Walk

Per un anno, a partire dall’aprile 2024, la regista iraniana Sepideh Farsi è rimasta in contatto con la 24enne fotoreporter palestinese Fatma Hassona con l’intenzione di documentare, attraverso gli occhi e la voce della ragazza, la vita quotidiana a Gaza sotto le bombe. Le loro numerose videochiamate sono diventate l’ossatura di un potente documentario, Put Your Soul on Your Hand and Walk. Il 15 aprile 2025, Farsi annuncia ad Hassona che il film è stato selezionato per la sua prima mondiale al Festival di Cannes, nella selezione ACID. Le due donne gioiscono, entrambe sono invitate sulla Croisette, finalmente potranno conoscersi di persona. Il giorno dopo, il 16 aprile, un missile israeliano colpisce la casa di Fatma Hassona uccidendo in un solo colpo lei e sei membri della sua famiglia.

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Approdato in questi giorni sugli schermi della 20ma Festa del cinema di Roma, sezione Special Screenings, Put Your Soul on Your Hand and Walk è uno di quei film che ti sbattono in faccia la realtà e ti lasciano senza parole, anche dopo che le luci in sala si riaccendono. La regista, che dopo essere stata imprigionata come dissidente a 16 anni ha lasciato l’Iran per sempre e oggi risiede a Parigi, ha conosciuto Fatma online: “Lei è diventata i miei occhi a Gaza. E io sono diventata un collegamento tra lei e il resto del mondo”, dice.

Per tutto il film, vediamo il volto di Fatma dallo schermo di uno smartphone. Sorride sempre, ha gli occhi che brillano, è una giovane donna orgogliosa, resistente, che sente di poter fare qualcosa di importante per il proprio popolo sotto assedio: documentare giorno per giorno la guerra nella Striscia e mostrarla al mondo. Le videochiamate sono spesso disturbate, la connessione va e viene, le immagini sono imperfette; in sottofondo, il rumore costante dei bombardamenti. Appena può, Fatma scende in strada e scatta fotografie. Come dice lei, si mette l’anima in mano e cammina, andando a cercare la vita in mezzo a tanta distruzione. Attraverso le sue foto e i suoi filmati, entriamo dentro una terra martoriata.

Con il passare dei mesi, il prolungarsi della guerra comincia a segnare Fatma. È stanca, dimagrita, non riesce più a concentrarsi sulle cose. Sogna una vita normale, di mangiare la cioccolata, di viaggiare. Eppure, il suo sorriso è sempre lì, non perde la speranza. Le due donne sono sempre più vicine, anche se distanti migliaia di chilometri. Le loro conversazioni sono affettuose e allo stesso tempo ricche di informazioni e stralci di vita quotidiana. Nella sua estrema semplicità (due volti su uno smartphone, le fotografie scattate da Fatma, alcuni spezzoni di tg), Sepideh Farsi consegna una testimonianza preziosa e straziante dello sterminio in atto nella Striscia, ma anche della forza e della luce delle persone che non hanno più nulla, se non la loro umanità.

Dal 7 ottobre 2023 – ci ricorda un cartello alla fine del film – almeno 211 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi a Gaza dall'esercito israeliano.

Put Your Soul on Your Hand and Walk è prodotto dalle società francesi Rêves d'Eau Productions e 24Images. Il film sarà distribuito in Italia da Wanted Cinema a novembre. Le vendite nel mondo sono a cura di Cercamon (Dubai).

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