Recensione: Gli occhi degli altri
- Andrea De Sica esplora il confine tra amore e violenza nel suo terzo film, una dramma erotico ambientato su un’isola privata sotto un sole abbagliante e ispirato al delitto Casati Stampa

Rievocare un clamoroso fatto di cronaca nera sotto forma di torbido dramma erotico è ciò che fa Andrea De Sica nel suo nuovo film, Gli occhi degli altri, presentato in concorso ufficiale alla 20ma Festa del cinema di Roma. Al suo terzo lungometraggio per il grande schermo (dopo I figli della notte [+leggi anche:
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scheda film], per la tv ha diretto la serie Baby), il regista nipote d’arte si è liberamente ispirato per questo suo nuovo film al delitto Casati Stampa, quello che vide il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino uccidere sua moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante, prima di suicidarsi. Il delitto avvenne a Roma, nel 1970, suscitando un grande scalpore, in particolare per i dettagli scabrosi che emersero sulla vita intima dei due coniugi. Il film di De Sica, invece, si svolge interamente su un’isola, quella che fu di proprietà del marchese e dove ancora oggi campeggia la sua villa in stato di abbandono, a Zannone (Isole Pontine).
Un colpo di fulmine. È quello che scoppia immediato tra Lelio (Filippo Timi) ed Elena (Jasmine Trinca), quando si incontrano per la prima volta sull’isola privata dove il primo (il marchese) riceve ogni fine settimana i suoi amici, per battute di caccia, belle nuotate e feste sfrenate. È il 1960, Lelio ha una moglie ed Elena è la compagna di un amico, ma non passa molto tempo prima che i due finiscano a letto insieme (e non del tutto in segreto). Pochi anni dopo, li vediamo felicemente sposati fra di loro e complici nelle loro trasgressioni: Lelio ama guardare sua moglie mentre fa sesso con altri uomini e riprenderla con la sua telecamera. L’isola è il loro regno, il luogo dove liberi e spregiudicati soddisfano ogni loro fantasia. Elena gira nuda davanti agli amici, Lelio spara alle barche di turisti che cercano di approdare, mettendoli in fuga. Il tutto è immerso in un’atmosfera decadente, dannunziana, dove nobili e cortigiani si trastullano oziosi in riva al mare e sotto un sole abbagliante.
Passa qualche altro anno (il film è strutturato in quattro atti complessivi) e il tenore del rapporto tra i due lussuriosi coniugi appare notevolmente cambiato. Elena è depressa, la raffinata villa a strapiombo sul mare è diventata per lei come una prigione. Lelio, che comincia a rivelarsi sempre più possessivo e prevaricante nei riguardi della moglie, fa arrivare sull’isola una fattucchiera per toglierle il malocchio e cerca pure di comprarle un bambino, quello che evidentemente non riescono ad avere insieme. Nel weekend sbarca un nuovo gruppo di amici, più giovani e moderni (siamo ormai nel ‘67). Tra questi, c’è Cesare (Matteo Olivetti). E un nuovo colpo di fulmine, quello tra il ragazzo ed Elena, farà precipitare il marchese nella follia. L’ultimo salto temporale è al Capodanno del 1970, quando Lelio porterà a termine la sua vendetta durante una buffa e inquietante festa in maschera.
Sesso, trasgressione, morbosità e giochi di potere si combinano nella dimensione astratta di questo luogo isolato dal resto del mondo, dove pertanto la carnalità e le passioni dettano le regole. De Sica ha saputo restituire in modo sottile il clima soffocante di questa gabbia dorata, gli aspetti oscuri dell’alta società ricca, annoiata e arrogante che alza sempre più l’asticella del possibile, e le diverse fasi di un amore che scivola nell’ossessione, con le tragiche conseguenze che continuano tuttora a riempire le pagine di cronaca.
Gli occhi degli altri è prodotto da Vivo Film, Wildside e Vision Distribution in collaborazione con Sky. Vision Distribution si occupa anche delle vendite internazionali.
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