PRODUZIONE / FINANZIAMENTI Italia / Svizzera / Romania
Mario Piredda torna in Sardegna per girare Làstima
- Il regista sardo, al suo secondo lungometraggio, racconta ancora la sua terra con un road-movie in coproduzione tra l’italiana Articolture e la svizzera Dok Mobile

Dopo L’agnello [+leggi anche: 
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scheda film], che era valso alla protagonista Nora Stassi il Globo d’Oro come Giovane Promessa nel 2021, Mario Piredda è tornato in Sardegna per il suo secondo lungometraggio Làstima, un road movie che racconta ancora la sua terra d’origine. Le riprese della coproduzione italo-svizzera si sono svolte in sei settimane, dallo scorso 15 settembre al 25 ottobre a Cagliari e a Sassari e in diversi paesi dell’entroterra, costeggiando la celebre Strada Statale 131.
Protagoniste sono due donne straniere, personaggi ai margini della società, ma unite nell’ostinata opposizione al proprio destino, interpretate dall’attrice rumena Olimpia Melinte (nominata tre volte ai premi Gopo del suo Paese, quest’anno per The Moromete Family: Father and Son [+leggi anche: 
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scheda film], e anche al Goya spagnolo per Canibal [+leggi anche: 
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intervista: Manuel Martín Cuenca
scheda film]) e, per la prima volta sullo schermo, dalla giovane attrice non-professionista di origini nigeriane Cynthia Atekia. Accanto alle protagoniste, un cast misto di attori professionisti e non, tra cui spicca il ritorno di Nora Stassi, lo stand-up comedian italo-rumeno Tiberiu Cosmin Stavar, Fulvio Accogli, la scrittrice italo-nigeriana Sabrina Efionay in un cammeo e due nuovi volti scoperti attraverso uno street-casting locale, Raffaele Puglia e Sandro Ullasci.
La sinossi di Làstima (che in lingua sarda significa “peccato”, in varie accezioni) recita “Vera, quarantenne di origini rumene, si ritrova improvvisamente senza lavoro, costretta ad accettare di trasferire Kali, una giovanissima ragazza nigeriana, attraverso una Sardegna bruciata dal sole: un ‘compito’ semplice si trasforma in un viaggio lungo una vita”. Piredda descrive il suo film come “una storia contemporanea, in cui non ci sono vincitori né vinti: i personaggi si mettono nei panni gli uni degli altri. […]. l film si sviluppa tra due città e le rispettive periferie, nella campagna della mia terra, la Sardegna, in cui sardi, figli di sardi, devono aprirsi all'altro. Noi siamo così: ci neghiamo mostrando i pugni perché non sopportiamo la velocità del cuore, ma poi, quando riusciamo a calmarci, lo spalanchiamo. Vera e Kali sono l’altro. Due donne molto diverse tra loro, che si incontrano per caso, attraverso uno dei tanti uomini violenti e volgari che hanno conosciuto nelle loro vite. È a causa sua, o grazie a lui, che iniziano il loro vagabondaggio: su treni, pullman, auto di fortuna, attraversando a piedi l’Isola che isola, che non permette di uscire dai suoi confini, soprattutto per chi è appena arrivato, per chi è straniero”.
Il film è prodotto da Ivan Olgiati e Chiara Galloni per Articolture e Mark Olexa per la società elvetica DOK Mobile, con RSI Radiotelevisione Svizzera, e la collaborazione della rumena Tangaj Productions di Anamaria Antoci, Anda Ionescu e Ana Voicu, con il supporto di MEDIA Creative Europe, del Ministero della Cultura italiano, dell’Ufficio Federale Svizzero, della Regione Autonoma della Sardegna, della Sardegna Film Commission e del Cinéforom.
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