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SEMINCI 2025

Recensione: Subsuelo

di 

- Fernando Franco scuote ancora una volta lo spettatore con un film audace e inquietante che lo spinge in territori scomodi, dove solo pochi registi osano avventurarsi

Recensione: Subsuelo
Diego Garisa e Julia Martínez in Subsuelo

L'opera del sivigliano Fernando Franco non lascia indifferenti: di fronte alla sua filmografia non esistono mezze misure, o la si ama o non la si sopporta. Il premiato montatore osa, senza paura, oltrepassare terreni accomodanti, affrontando temi ultrasensibili e ritraendo persone e comportamenti che pochi osano trasferire nella finzione cinematografica. Sarebbe per il cinema ciò che autori come Chuck Palahniuk, A.M. Homes o Lionel Shriver, per esempio, sono per la letteratura contemporanea.

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Il suo nuovo film, Subsuelo [+leggi anche:
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, adattamento dell'omonimo romanzo dello scrittore argentino Marcelo Luján, che esce in Spagna questo venerdì 7 novembre (distribuito da La Aventura e LaZona Pictures), si inserisce nella sua linea editoriale di lanciarsi nel vuoto senza rete; come ha fatto nella sua opera prima La herida [+leggi anche:
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(incentrata su una donna socialmente impacciata), nel suo secondo lungometraggio Morir [+leggi anche:
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(che già dal titolo mette in fuga i benpensanti) e in La consagración de la primavera [+leggi anche:
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(sulla sessualità delle persone con disabilità fisiche). Se i suoi film precedenti sono stati presentati al Festival de San Sebastian, l'ultimo è stato proiettato nella sezione ufficiale della 70ma Seminci - Semana Internacional de Cine de Valladolid, che sabato scorso gli ha assegnato il premio Miguel Delibes alla miglior sceneggiatura, firmata dal regista insieme alla sua collaboratrice abituale Begoña Arostegui.

Un riconoscimento meritato, ma un po' avaro per una proposta tanto rischiosa quanto elegante. Sì, quest'ultimo termine si può applicare alla sua messa in scena, perché in questa realizzazione l'andaluso ha utilizzato più mezzi, risorse ed elementi rispetto ai suoi lavori precedenti, più in sintonia con lo stile sociale dei fratelli Dardenne, con abbondanti piani sequenza e macchina a spalla al seguito dei suoi sofferenti personaggi. Ora, con la complicità della fotografia luminosa di Santiago Racaj, dimostra che la potente luminosità dell'estate non è in grado di eclissare le tenebre personali.

Inoltre, in questa occasione, Fernando Franco ha optato per il cinema di genere (il thriller psicologico) che, come lui stesso riconosce, lo imparenta con Hitchcock, Chabrol e persino Haneke, tre maestri che possono sentirsi orgogliosi di un allievo che mette in campo una storia perversa e contorta sulla paura, la colpa, l'incomunicabilità e la violenza all'interno della sacrosanta e benedetta istituzione familiare.

In una casa benestante si svolge l'azione: un incidente cambia la vita dei suoi membri, soprattutto dei fratelli Fabián (interpretato da Diego Garisa) ed Eva (alla cui interprete aggiunge credibile dolore e angoscia una magnetica Julia Martínez, una versione spagnola di Rooney Mara), due giovani invischiati in inferni personali che tengono nascosti agli adulti. Inoltre, un altro terribile segreto avvolge quella notte fatidica, di cui è a conoscenza anche la madre (sempre grande l'attrice Sonia Almarcha).

Diviso in capitoli che sottolineano l'importanza di ogni ruolo all'interno del conflitto e con scene cariche di tensione, silenzio e inquietudine, lo spettatore – che è a conoscenza di quelle informazioni che i personaggi non osano dire ad alta voce – assiste a un dramma di esseri umani sepolti dal senso di colpa, prigionieri di un ambiente familiare torbido, scomodo e malsano in cui sembra non esserci via d'uscita e dove si può arrivare a normalizzare pericolosamente, se non si interviene in fretta, qualcosa di tanto malsano quanto innominabile.

Subsuelo è una produzione ispano-uruguaiana di LaZona, Kowalski Films, Ferdydurke Films, Cinekdoque e Blizzard Films AIE. La francese Elle Driver ne cura le vendite.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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