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SEMINCI 2025

Recensione serie: Yakarta

di 

- Diego San José ed Elena Trapé consolidano la loro proficua collaborazione creativa con una serie su perdenti e obiettivi impossibili, a cui si aggiunge il talento recitativo di Javier Cámara

Recensione serie: Yakarta
Carla Quílez e Javier Cámara in Yakarta

Ci sono (poche) serie audaci che osano iniziare in modo ruvido, quasi antipatico, pronte a mettere in fuga lo spettatore impaziente, agganciato agli stimoli facili e istantanei dei social e dell’algoritmo. Yakarta, creata da Diego San José, presentata tra le proiezioni speciali della 70ma Seminci e al debutto il 6 novembre sulla piattaforma Movistar Plus+, chiede allo spettatore pazienza, tempo e costanza. I suoi primi due episodi sono duri da guardare, i personaggi non sono esattamente belli ed empatici, e ciò che propone e dove si svolge l’azione è lontano anni luce da La isla de las tentaciones.

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Ma a partire dal magnifico terzo episodio, con i ruoli centrali perfettamente presentati, la mina mimetizzata esplode e il razzo decolla per non tornare più a terra, erigendosi non solo come una delle serie spagnole più originali della stagione (i premi che riceverà si susseguiranno nei prossimi mesi), ma soprattutto – ed è la cosa migliore – conferma il fertile sodalizio creativo tra San José e la regista Elena Trapé, che aveva già avuto il suo primo germoglio con Celeste [+leggi anche:
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, un’altra serie la cui protagonista non verrebbe mai invitata a una sfilata di moda.

Yakarta porta il nome di una meta che non vedremo mai sullo schermo, ma simboleggia quello stato utopico e ideale che i protagonisti aspirano a raggiungere, un traguardo difficile ma la cui speranza di sfiorarlo li mantiene in vita. La trama ruota attorno a Joserra (a cui un generoso Javier Cámara regala malinconia e patetismo), maturo ex giocatore olimpico di badminton che è stato a Barcellona ’92 e insegna educazione fisica in un istituto pubblico di Vallecas. Divorziato, accanito giocatore di bingo, cantante in un coro e padre di una ragazza con cui non ha un grande rapporto, crede di scoprire il diamante capace di dare una svolta alla sua vita: Mar (interpretata da Carla Quílez, quel turbine che vinse la Conchiglia d'argento alla miglior interpretazione a San Sebastian per La maternal [+leggi anche:
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), una giocatrice adolescente che potrebbe essere il biglietto per realizzare il suo sogno di competere a Giacarta, dove gli ex giocatori sono considerati delle star. Ma la capitale dell’Indonesia è troppo lontana, soprattutto per due sconosciuti come loro, perciò dovranno imparare a sopportarsi per intraprendere un viaggio costellato di pensioni squallide, palazzetti dello sport in declino e stazioni di servizio che passa per le località di Totana, Ponferrada o Torrelavega.

Sei episodi da 32 minuti (uno diretto dallo stesso Javier Cámara e un altro dal co-sceneggiatore Fernando Hierro-Delgado, che firma la sceneggiatura insieme al creatore e a Daniel Castro), ambientati in luoghi spogli, grigi e poco fotogenici, con una colonna sonora firmata dal prestigioso Lucas Vidal e con comprimari (spicca David Lorente) all’altezza dei protagonisti: la serie affronta, con grande talento, misura e sensibilità, temi come l’ambizione di riuscire, le ferite non rimarginate, il dolore interiorizzato, le dipendenze e l’accettazione della sconfitta attraverso l’odissea di questa coppia impossibile di opposti, in cui forse l’adulto è più bambino (spezzato) della giovane donna.

Yakarta è una serie originale Movistar Plus+, prodotta da 100 Balas, Buendía Estudios Canarias e The Mediapro Studio, che ne cura anche la distribuzione internazionale.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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