Recensione: Greetings from Mars
- Nel suo ultimo film per un pubblico giovane, Sarah Winkenstette ci porta in vacanza con un bambino autistico di dieci anni e i suoi fratelli

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scheda film] di Sarah Winkenstette, presentato quest'anno nella stessa sezione, prende molto sul serio il tema dell'autismo. Che non è usato come un espediente per creare commedie o drammi intorno al giovane protagonista, ma è parte integrante della sua personalità. A giudicare dai risultati ottenuti finora ai festival - una lunga tournée costellata da una manciata di premi - l'approccio ha dato i suoi frutti.
Il nostro eroe di dieci anni, Tom (Theo Kretschmer), cresce con due fratelli in una famiglia monoparentale. Poiché il padre è morto di recente, la madre, Vera (Eva Löbau, vista di recente in La sala professori [+leggi anche:
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Tom è interessato all'esplorazione dello spazio e il suo sogno è diventare un astronauta e visitare Marte. Su questo e altri argomenti è in grado di inondare chiunque lo ascolti con una tonnellata di aneddoti a memoria, ma ha difficoltà a gestire le sfide quotidiane, come vedere il colore rosso, sentire rumori forti e sopportare contatti fisici indesiderati da parte di chiunque non sia sua madre. Tom vede il soggiorno dai nonni hippy nella loro casa con la porta d'ingresso rossa e nessuna regole come una missione di addestramento per la sua futura carriera di esploratore spaziale. Ha anche trovato alcuni ruoli ideali per i suoi fratelli, mentre il mistero della scomparsa di un asteroide tiene occupata la sua mente. Come di solito accade, seguiranno avventure e nuove sfide...
Sebbene sia chiaro fin dall'inizio che Tom è diverso dai suoi fratelli (neuro)tipici, la diagnosi non viene menzionata fino alla scena clou del terzo atto. Questa decisione dimostra una certa serietà e rispetto per l'argomento trattato da Sebastian Grusnick e Thomas Möller nel loro libro, che Winkenstette adatta per lo schermo. Anche la recitazione vissuta ma allo stesso tempo misurata di Theo Kretschmer aiuta la causa, mentre il resto del cast non ha problemi a stabilire una propria chimica con il giovane protagonista.
Tuttavia, alcune delle soluzioni adottate da Winkenstette sono piuttosto banali, come la macchina da presa a mano di Jakob Berger, mentre la colonna sonora di André Feldhouse, molto approssimativa, diventa prepotente nel tentativo di sottolineare costantemente il tono emotivo desiderato. Il film è però salvato dal montaggio di Nicole Kortlüke: non solo perché il materiale animato è abilmente amalgamato con le riprese dal vivo, ma anche grazie alla crudezza delle sequenze di montaggio dei momenti in cui Tom si agita: in questo modo il film presenta in modo avvincente ciò che accade nella sua testa.
Alla fine, Greetings from Mars porta a termine la sua missione di esplorare e presentare "universi interiori estranei" a un pubblico neurotipico con grande empatia e calore. Sia i bambini che i loro genitori potrebbero imparare qualcosa dal film di Sarah Winkenstette.
Greetings from Mars è una produzione delle tedesche Leitwolf Filmproduktion e Kinescope Film.
(Tradotto dall'inglese)
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