Recensione: The Stories
- Abu Bakr Shawky racconta la tumultuosa storia dell'Egitto nella seconda metà del XX secolo in un modo accessibile al pubblico, dal punto di vista di una coppia e di una famiglia allargata

Quando assistiamo a eventi storici di grande portata, come guerre, omicidi politici e colpi di stato militari, che si svolgono praticamente davanti ai nostri occhi, è lecito supporre che, se ne usciremo indenni, avremo molte storie da raccontare su tali eventi. Questa è la premessa del nuovo lungometraggio di Abu Bakr Shawky (Yomeddine [+leggi anche:
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intervista: A.B. Shawky, Dina Emam
scheda film]), The Stories [+leggi anche:
intervista: Abu Bakr Shawky
scheda film], presentato in concorso ufficiale alla 29ma edizione del Festival Black Nights di Tallinn.
Il luogo è l’Egitto, il periodo tra il 1967 e il 1984. Il film è strutturato in cinque capitoli, ognuno dei quali segue il nostro protagonista Ahmed (Amir El-Masri) e la sua variopinta famiglia allargata durante un episodio ambientato sullo sfondo di un evento storico, come le due guerre contro Israele del 1967 e del 1973, i moti di piazza contro le riforme pro-mercato del 1977 e l’assassinio del presidente Anwar Sadat nel 1981. Quando lo incontriamo per la prima volta, Ahmed è un pianista di talento che vive in una casa angusta con la madre casalinga Fairouz, il padre impiegato statale Ragheb e due fratelli: il suo gemello, Hassan, appassionato di lingua russa e di politica sovietica, e Sharaf, che è preso dal calcio, in particolare dalla sfortunata squadra dello Zamalek.
La loro casa è spesso frequentata da zii e vicini; il padre potrebbe essersi cacciato nei guai per aver pronunciato la parola “corruzione” in diretta televisiva; tutta la famiglia è impegnata in una “guerra del rumore” contro il vicino del piano di sopra; e i fratelli sono presi di mira dai bulli tifosi di un’altra squadra. Hassan è stato arruolato proprio in tempo per partecipare alla Guerra dei sei giorni e Ahmed ha avviato un’amicizia epistolare con una ragazza austriaca di nome Elizabeth.
Sei anni dopo, Ahmed è a Vienna con una borsa di studio, corteggia Elizabeth (Valerie Pachner, da La vita nascosta [+leggi anche:
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scheda film]), cerca di schivare i proverbiali proiettili della sua famiglia, che è caotica quanto la sua, e naviga nella sua vita accademica sotto l'ala protettiva di un professore bohémien casualmente razzista e all'ombra del suo più industrioso rivale Shams. Quando riceve la notizia che il fratello è stato ucciso nella guerra dello Yom Kippur, non può far altro che tornare a casa. Quattro anni dopo, Elizabeth raggiunge lui e la sua famiglia, si lascia assorbire dalla loro dinamica caotica, assiste allo scompiglio, ascolta le loro storie e inizia a scrivere le proprie.
The Stories è una bestia rara nel circuito festivaliero, in quanto è una forma di caos organizzato adatta al pubblico, che opera con un registro emotivo amplificato e racconta esperienze di vita travagliate in modo piuttosto leggero. Per riuscirci, Shawky fa ampio ricorso a una serie di cliché, topoi e luoghi comuni, come i dialoghi veloci degli attori, alcune panoramiche frenetiche nella fotografia di Wolfgang Thaler e i tagli rapidi nel montaggio di Roland Stöttinger, oltre a un suono roboante e a una musica ancora più fragorosa, spesso composta da inni nazionalisti e marce provenienti dalla TV, in contrasto con i brani moderni e virtuosistici che suona Ahmed.
Il punto è che queste linee generali di solito funzionano alla perfezione, anche se gli spettatori più esigenti potrebbero stroncare il film sulla base dell'esotismo esemplificato dalla scenografia leggermente kitsch, dalla recitazione sfrenata e dal sentimentalismo esagerato. Ma quegli elementi sono lì per un motivo: al cinema funzionano. E The Stories è proprio questo, un film divertente che renderebbe meglio in sala che in un circuito festivaliero dominato da cupi titoli d’autore. In un contesto del genere, rappresenta un cambiamento rinfrescante.
The Stories è una coproduzione austro-egizio-franco-belgo-svedese realizzata da Cinenovo, in coproduzione con Film AG, Film Clinic, Fox in the Snow e Wrong Men. Goodfellas si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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