BLACK NIGHTS 2025 Rebels with a Cause
Recensione: Emergency Exit
- Il terzo lungometraggio di Lluís Miñarro è un road movie attraverso destini, desideri e paesaggi emotivi che riunisce personaggi eccentrici in un viaggio trascendentale

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scheda film], i due precedenti lungometraggi del regista catalano Lluís Miñarro, l'autore ha dimostrato il suo fascino per una ricchezza di riferimenti storici, intellettuali, artistici e visivi, un aspetto che lo qualifica come un autore eclettico, anticanonico e metanarrativo. In Emergency Exit, presentato in anteprima mondiale nella sezione sperimentale e audace del Festival Black Nights di Tallinn, Rebels with a Cause, Miñarro prosegue con questa passione, ma in un contesto minimalista, simbolico e ancor più stilizzato come quello teatrale, e persino con unità di tempo e di luogo dell'azione, che si svolga nell'immaginazione o nella realtà fisica. Attori noti interpretano se stessi, mentre altri assumono archetipi di ruolo in un variopinto pastiche postmoderno che, quando non è abbastanza divertente – e, purtroppo, è il caso del film in alcuni passaggi –, può risultare un po' datato.
Un autobus rétro dai bordi arrotondati riunisce esseri stravaganti di ogni tipo: Myriam Mézières e Arielle Dombasle, due eleganti dame francesi incipriate che ridono delle cose della vita; Marisa Paredes, nei panni di se stessa (nella sua ultima interpretazione), insieme al marito, a litigare per ogni sciocchezza; la regista Naomi Kawase, nei panni di un'antropologa solitaria con lo sguardo perso sulla strada; il cantautore e attore di culto catalano Albert Pla, nei panni di uno sceneggiatore assorto, occasionalmente distratto dalla ginecologa interpretata da Emma Suárez; Aida Folch, nei panni di una madre traumatizzata da un incesto rimosso; Oriol Pla, nei panni di un prete molesto, arrapato e tentato dal seducente e giovanissimo Eros di Jhonattan Burjack, che piazza il suo corpo seminudo ed esuberante sotto il naso di tutti i passeggeri, ricordando loro i desideri sessuali insoddisfatti. Questa strana compagnia viaggia senza meta, e solo i bambini osano chiedere dove stiano andando, senza però ottenere mai risposta. Dialoghi assurdi o senza filtro fungono da legame tra loro, ma nonostante la curiosità immediata che suscitano, poco del loro contenuto rimane nella memoria. Come una successione di bozzetti aneddotici che si concatenano attraverso una mise-en-scène fortemente stilizzata – cielo rosa, colori contrastanti, vedute dal finestrino come un fotomurale – che stimola i sensi, sfiora la superficie di una riflessione esistenziale, ma non osa scavare più a fondo, come se temesse l'abisso del nulla verso cui inevitabilmente viaggiamo... e come se davvero temesse di approfondire la propria metafora.
La sfilata di così tanti volti noti, come in un mini Prêt-à-porter di Robert Altman, è caratteristica degli omaggi, ma per quanto, nelle intenzioni del regista e nella sinossi, si richiami allo spirito di Remedios Varo e Cortázar, Emergency Exit rimanda alla stridente estetica dei primi Almodóvar e alla debolezza della sceneggiatura del suo più tardivo Gli amanti passeggeri [+leggi anche:
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scheda film]. Solo che qui, né gli amanti sono davvero amanti (giacché restano piuttosto nel territorio del sogno), né la commedia è veramente spassosa. Alla fine, ci rimane una delizia per gli occhi che, come sappiamo, risveglia i sensi ma perde rapidamente il suo fascino.
Emergency Exit è una produzione spagnola di Lluís Miñarro Producciones in coproduzione con El Viaje Films.
(Tradotto dall'inglese)
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