BLACK NIGHTS 2025 Concorso opere prime
Recensione: Hercules Falling
- Il film d'esordio di Christian Bonke è un dramma crudo e realistico che esplora il disturbo da stress post-traumatico di un veterano, fondendo finzione e un vero centro di riabilitazione

Il film d'esordio di Christian Bonke, Hercules Falling [+leggi anche:
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Ciò che rende Hercules Falling avvincente dal punto di vista della regia è la scelta di combinare realtà e finzione, ambientandolo in un vero centro di riabilitazione per veterani sulla remota isola danese di Strynø. Gran parte del film è stata infatti girata in questa struttura gestita da Anne-Line Ussing e da suo marito, Stuart Press, a cui è stato diagnosticato il PTSD dieci anni dopo il servizio nell’esercito australiano. Nella finzione, uno dei veterani è Youssef (interpretato magnificamente dalla star Dar Salim), che ha servito in Afghanistan e in Iraq. Dopo un incidente quasi mortale in casa, si unisce al gruppo per imparare a controllare la rabbia e ricucire il rapporto con la sua famiglia.
Grazie a una sceneggiatura potente, scritta da Bonke insieme a Marianne Lentz, il film ci permette di scoprire le lotte interiori di un uomo in modo molto realistico e credibile. Il lato vulnerabile di uomini coinvolti nella guerra e nella violenza, solitamente ritratti come forti, soprattutto secondo codici di maschilità tradizionale, non è qualcosa che vediamo così spesso. Esistono certamente ritratti di veterani di guerra, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti, ma anche quando affrontano il PTSD tendono ad assumere un tono eccessivamente trionfalistico. Hercules Falling, invece, è una rappresentazione emotivamente brutale delle reali conseguenze della guerra.
In generale, infatti, per gli uomini è difficile parlare apertamente dei propri sentimenti o della propria salute mentale, poiché la società spesso insegna loro a tacere e a non rivelare le emozioni autentiche. Per questo, raccontare onestamente ciò che stanno attraversando non solo appare difficile, ma può persino sembrare qualcosa che non è loro consentito fare, come se la sofferenza fosse qualcosa da nascondere in profondità invece che affrontare alla luce del sole. Il titolo del film esprime perfettamente questo concetto, richiamando la figura mitologica di un eroe cui non è concesso fallire ma che, al contrario, porta i segni della lotta. Questo tema è stato affrontato di recente dai social media in modo più sano; al tempo stesso, resta in parte poco esplorato dal cinema e dai media più tradizionali in generale.
Il montaggio di Denniz Göl Bertelsen scandisce la narrazione in modo da permettere agli spettatori di entrare in sintonia con il personaggio principale, pur riuscendo ad apprezzarne e goderne il ritmo serrato, che avrebbe potuto essere molto più lento se fosse stato curato da qualcun altro. Il lavoro di Bonke è comunque impegnativo da guardare, e non sarà sicuramente il film commovente che conquista tutti i tipi di pubblico. Ma sembra che non fosse questa l'intenzione, e dobbiamo esserne sicuramente grati.
Hercules Falling è una coproduzione tra la danese Beo Starling e la tedesca Heimathafen Film. Le vendite internazionali sono affidate a Reinvent Yellow.
(Tradotto dall'inglese)
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