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TORINOFILMLAB 2025

REPORT: SeriesLab @ TFL Meeting Event 2025

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- Abbiamo esplorato una manciata di progetti presentati al 18mo Meeting Event del TorinoFilmLab nell’ambito del programma dedicato alle serie tv

REPORT: SeriesLab @ TFL Meeting Event 2025
I partecipanti del SeriesLab (© TFL)

Il 18mo Meeting Event del TorinoFilmLab (TFL) sta presentando in questi giorni una serie di progetti in fase di scrittura nell’ambito del programma SeriesLab, davanti a un pubblico di circa 350 professionisti. I progetti verranno giudicati da una giuria competente, composta da professionisti di lunga esperienza nel settore delle serie TV (Francesco Capurro, Malin Nevander e Petra Strašek) che assegneranno ai due progetti migliori un premio di 20.000 euro.

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Come nel 2024, i 9 progetti del programma sono seguiti dalla Head of Studies Eszter Angyalosy e dal curatore Eilon Ratzkovsky, che hanno concepito un programma dedicato a progetti di serie TV innovative, composto da un corso di formazione della durata di 9 mesi e seguito da team creativi europei o da team internazionali che lavorano a un progetto con potenziale per una coproduzione europea. I partecipanti hanno lavorato principalmente concentrandosi sulla sceneggiatura, guidati per 9 mesi da 4 tutor, più un tutor dedicato alla produzione e uno dedicato alle sessioni di pitching. Una parte del SeriesLab invece è stata dedicata agli aspiranti Story Editor, i tre partecipanti selezionati sono Benjamin Cantu (Germania/Ungheria), Lizzie Cater (Australia) e Adriana Rossetto (Italia).

Nella presentazione dei vari progetti, Eszter Angyalosy sottolinea come i produttori e gli scrittori partecipanti “non abbiano avuto paura di affrontare le domande essenziali della vita da punti di vista diversi” e che questo “dovrebbe essere il ruolo della televisione”.

Abbiamo fatto una breve panoramica su alcuni dei progetti presentati quest’anno:

Buffalo Johansson - Lars Damoiseaux (Belgio)
Produzione: David Vermander (Cartouche)
Il sottotitolo del progetto Buffalo Johansson è ‘La Storia è scritta dai vincitori”. Il progetto consiste in una serie d’animazione di dieci episodi di 25 minuti ciascuno che mescola avventura sci-fi e commedia nera per fare una satira della creazione dei miti e la manipolazione dei media, seguendo un cacciatore di tesori incompetente ma popolare e la squadra che tiene in piedi la sua finzione. Nel descrivere il progetto il produttore belga La Damoiseaux ha parlato di “Rick and Morty che fanno l’amore con South Park”. Mentre per dare un’idea dello stile visivo il regista ha parlato di “cultura pop che incontra la street art e la graphic novel”. L’intento di questa serie, secondo gli autori, non è di creare un effetto di shock ma di fare una commedia che sia “intelligente quanto maliziosa”.

Cockpit - Jay Riedl (Australia/Francia)
Produzione: Marion Cécinas (Station Fiction)
Secondo l’autrice di questo progetto, l’australiana Jay Riedl, i piloti in Australia sono degli dei, dato l’alto tasso di voli presi in Oceania. Cockpit è una serie drammatica di 8 episodi da 60' ambientata nel mondo del trasporto aereo. Dopo un atterraggio di emergenza, un pilota tormentato viene trasformato in un eroe mediatico per salvare la fusione tra una compagnia australiana e una francese. Il progetto è scaturito dalla domanda “In un mondo in cui la debolezza non è ammessa, è meglio vincere mentendo o perdendo dicendo la verità?” La serie, che esplora il costo delle apparenze e il ricatto tra i protagonisti, è in cerca di coproduttori australiani e distributori europei. Sono disponibili script e pitch deck.

Connection Lost - Maja Costa (Germania/Italia)
Produzione: Melina Voss (Unframed Productions, Titanus Production, UFA Fiction)
Negli anni '60, Lia Stein, una giovane matematica, scopre di essere la figlia di Adriano Olivetti e si trasferisce a Ivrea per conoscerlo. Si infiltra nel laboratorio segreto dove si sta sviluppando il primo personal computer, trovandosi al centro di intrighi familiari e della Guerra Fredda. Dopo la misteriosa morte del padre e la scomparsa del capo progetto, Lia eredita non solo un'invenzione rivoluzionaria, ma anche i nemici che vogliono distruggere l'eredità umanistica di Olivetti. La serie è un dramma familiare storico con elementi thriller, segue la sua lotta per affermarsi in un mondo di uomini e reclamare il futuro che le è stato rubato, mostrando come la tecnologia abbia un cuore profondamente umano. L’ambientazione piemontese dimostra come il Torino Film Lab abbia un occhio rivolto anche al territorio circostante.

Merkin - Mia Nikoloska (Macedonia del Nord/Regno Unito)
Produzione: Sofia Rimskaya
Nel 1861, il giovane Theodore Paine eredita dal padre l'insolita attività di produttore di parrucche pubiche (merkin). Diviso tra gli impulsi della pubertà e la pressione di salvare l'azienda di famiglia dalla bancarotta, Theodore si convince di dover trovare una moglie per dare un erede al business. La sua visione tradizionale viene messa in crisi dall'incontro con Josephine Lemon, una femminista della classe alta che lotta per l'emancipazione sessuale. In questo progetto ambientato nell’epoca di Dickens, alla ricerca di produttori e piattaforme di streaming, le autrici promettono un prodotto “Sporco, sconcio e con la giusta dose di tensione sessuale repressa” .

Spring - Leonardo Guerra Seràgnoli (regista e co-sceneggiatore), Francesca Nozzolillo (sceneggiatrice) e Mattia Caprilli (Sceneggiatore) (Italia)
Produzione: Santiago Fondevila Sancet (Cinedora)
Il produttore Santiago Fondevila Sancet (Vermiglio [+leggi anche:
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intervista: Maura Delpero
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e Gli ultimi giorni dell'umanità [+leggi anche:
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) torna con la serie tv "Spring" è un dramma familiare che esplora fino a che punto una famiglia è disposta a spingersi per salvare una figlia morente. Quando scoprono una sorgente miracolosa in grado di curare qualsiasi malattia - a patto di trasferirla a un'altra persona - i genitori Giona e Margi iniziano sacrificandosi l'un l'altro. Per salvare la moglie, la famiglia inizia poi a sfruttare commercialmente il miracolo, pagando estranei per ammalarsi al loro posto. La serie, che parte dalla domanda di come rimanere umani di fronte a un miracolo, è la metafora di un mondo dove la salute è un lusso. L’idea è quella di ambientare il set nelle Alpi italiane.

The Tulip Era - Alexandra Burke (regista) e Ari Ercivan (sceneggiatore) (Australia/Turchia)
Produzione: Alexandra Burke (Midnight)
The Tulip Era è un melodramma dalle tinte comiche che segue Aylin, una giovane produttrice turca determinata a salvare il suo sceneggiato ottomano in crisi. La sua mossa audace è assumere Suzie, una star coreana imprevedibile, per rilanciare gli ascolti. La serie diventa così un campo di battaglia tra Aylin e il padre produttore, che vuole affossare lo show, mentre sul set esplodono scontri culturali tra divi in declino e nuove ambizioni. Questa storia di underdog esplora con toni brillanti i conflitti tra tradizione e innovazione, dove le lotte personali riflettono quelle di un'industria televisiva spietata. Secondo gli autori, ispirati alle serie Ted Lasso e Glow, The Tulip Era sarà uno dei piaceri proibiti degli spettatori.

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