FILM / RECENSIONI Spagna / Finlandia
Recensione: Singular
di Olivia Popp
- Il regista basco Alberto Gastesi affronta il tema dell'intelligenza artificiale ben oltre l'effetto perturbante nel suo secondo lungometraggio, interpretato da Patricia López Arnaiz

L'effetto perturbante ha sempre dominato l'immaginario collettivo nei film di genere – si pensi a Terminator, dove c'è qualcosa di leggermente strano in quei robot – e nelle applicazioni reali della robotica. Eppure oggi stiamo entrando in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale (IA) generativa diventa sempre più impossibile da distinguere dall'intelligenza umana o da prodotti creati dall'uomo, che si tratti di immagini, video o testi.
Il regista basco Alberto Gastesi, che nel 2023 ha presentato il suo esordio nel lungometraggio, Stillness in the Storm [+leggi anche:
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intervista: Alberto Gastesi
scheda film], un thriller di fantascienza radicato nel reale e in stile Black Mirror che gioca con questa idea attraverso robot umanoidi indistinguibili dagli esseri umani. Con una sceneggiatura firmata da Gastesi e dal co-sceneggiatore di Stillness in the Storm, Alex Merino, Singular ha avuto la sua prima mondiale nel concorso principale del Festival internazionale del film fantastico di Sitges di quest’anno ed esce in Spagna il 28 novembre con Warner Bros Pictures.
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scheda film], vincitore quest’anno della Conchiglia d’oro a San Sebastian, nonché del titolo in concorso a San Sebastian 2024 Los destellos [+leggi anche:
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intervista: Pilar Palomero
scheda film], per il quale ha vinto la Conchiglia d’argento per la miglior attrice protagonista – nei panni di Diana, una professoressa di IA impegnata a sviluppare il proprio umanoide. Separatasi dal marito Martín (Javier Rey) dopo la morte del loro figlio, i due si ritrovano dopo 12 anni quando lui propone una visita alla loro vecchia casa sul lago per onorare il figlio scomparso nel giorno di quello che sarebbe stato il suo 18mo compleanno, salvo imbattersi in un giovane di nome Andrea (Miguel Iriarte), che in modo inquietante sembra essere una versione adulta del loro bambino defunto.
Non è una novità vedere il concetto di IA sullo schermo; il titolo è anche un richiamo alla singolarità tecnologica, un ipotetico momento in cui l’IA supera l’intelligenza umana e potenzialmente conduce all’estinzione dell’umanità. Gastesi sceglie di affrontare l’argomento dalla prospettiva dell’incapacità umana di fare i conti con la mortalità e dei suoi effetti empatici sul nostro comportamento, piuttosto che costruire una storia sulla dominazione dell’uomo sui robot o, viceversa, su una rivolta dell’IA contro gli umani. Tuttavia, le storie incentrate sull'intelligenza artificiale, inclusa quella di Singular, spesso precludono qualsiasi immaginazione di coesistenza pacifica e assenza di conflitti, proprio a causa della minaccia rappresentata dalla singolarità.
La premessa di Singular parte con un'intensità estrema, stimolando la curiosità su chi sia davvero Andrea e conducendo a un curioso colpo di scena, supportato da scelte di regia che mirano a oscurare delicatamente i confini della verità prima di ottenere il quadro completo. Tuttavia, dopo questo momento cruciale, la sceneggiatura fatica a far crescere ulteriormente la tensione, senza mai riuscire a spezzare la natura statica del suo racconto intenzionalmente circolare. Restiamo così intrappolati in questo loop insieme ai personaggi senza scoprire molto di più su di loro, facendo sì che la seconda metà del film si trascini fino alla fine, nonostante gli sforzi di ricorrere a riflessioni filosofiche per colmare le lacune.
Singular è una coproduzione tra le spagnole White Leaf Producciones e Vidania Films, e la finlandese 61 North. La britannica Reason8 cura le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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