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MARRAKECH 2025

Recensione: Behind the Palm Trees

di 

- Il film di Meryem Benm’Barek, su un uomo marocchino che si lascia corrompere dal desiderio per una ricca donna bianca, si colloca all’incrocio tra aspettative sociali di classe e di genere

Recensione: Behind the Palm Trees
Driss Ramdi e Nadia Kounda in Behind the Palm Trees

Come nel suo lungometraggio d’esordio, Sofia [+leggi anche:
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, che nel 2018 ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Un Certain Regard di Cannes, Meryem Benm’Barek torna a confrontarsi con le aspettative sociali legate al genere e con l’impatto della classe socioeconomica nel Marocco contemporaneo nel suo nuovo lavoro, Behind the Palm Trees. La regista nata a Rabat presenta il suo secondo lungometraggio, ambientato a Tangeri, innanzitutto sul palco nazionale – ha appena celebrato la sua prima mondiale in concorso ufficiale alla 22ma edizione del Festival internazionale del cinema di Marrakech

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Formato come architetto ma impiegato nell’impresa edile del padre, Mehdi (Driss Ramdi) incontra e resta immediatamente affascinato da una donna francese bianca di nome Marie (Sara Giraudeau, di The Bureau [+leggi anche:
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), figlia dei nuovi clienti di suo padre. Marie – che non lavora ma vive semplicemente della ricchezza generazionale della sua famiglia – ricambia subito, apparentemente affascinata dal giovane. La villa della sua famiglia è disseminata di oggetti dell’epoca coloniale o dal sapore coloniale; nella sua curiosità, il comportamento di lei cela una qualità lievemente minacciosa. Al contempo, il suo interesse nel vederlo riuscire appare sincero, seppur ingenuo: convince Mehdi che suo padre può aiutarlo a ottenere un lavoro da architetto a Parigi, liberandolo dalle cosiddette catene che, a suo dire, lo legano a Tangeri.

Behind the Palm Trees si apre abbracciando l’innata bellezza costiera di Tangeri, con un titolo che allude alle ombre in agguato sotto la superficie, e una fotografia intima e sensuale firmata da Son Doan (che aveva curato anche il primo film di Benm’Barek e, più recentemente, Viet and Nam [+leggi anche:
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). La relazione sessuale eccitante e clandestina tra Mehdi e Marie gli offre qualcosa in più rispetto a ciò che sente di avere con Selma (Nadia Kounda), una donna marocchina pronta e felice di sposarlo. Nel corso del film, il nostro protagonista si trasforma lentamente in un antagonista, corrotto dal desiderio per Marie – o, meglio, per ciò che lei rappresenta – e comincia a mentire a Selma e a chi gli sta intorno.

L’intrigante opera di Benm’Barek ha tutte le carte in regola per offrire un commento potente e incisivo su classe, opportunità, lascito postcoloniale, norme culturali ed erotizzazione dell’esotico. Eppure viene ripetutamente sgonfiata dai cliché cui si piega, costruendo personaggi archetipici che si affidano a dicotomie costruite – puritanesimo contrapposto alla promiscuità, collettivismo contrapposto alla ricerca della felicità individuale – per motivarne le azioni. Si percepisce in modo tangibile la confusione di Mehdi quando viene catapultato in conversazioni in francese con i genitori di Marie – una lingua che conosce benissimo, ma il cui contenuto è reso opaco dalla performatività e da un linguaggio altisonante che non riesce a seguire. Tuttavia, le sue motivazioni finiscono col dissolversi in un gorgo di scelte narrative e di personaggio che risultano fuorviate e poco sfumate, nonostante il promettente impianto tematico.

Le musiche di Jim Williams, che all’inizio suonano criptiche e forse foriere di presagi, tornano poi come un motivo dalla qualità quasi horror o thriller. Il comportamento inquietantemente aperto e, a tratti, interrogativo della famiglia di Marie potrebbe far pensare, a un certo punto, che il film stia scivolando lentamente verso territori alla Get Out. Alla fine, però, sono semplicemente i manierismi e le azioni fuori dalla realtà dei ricchi a far venire i brividi.

Behind the Palm Trees è una produzione di Tessalit Productions (Francia), Furyo Films (Francia), Chi-Fou-Mi Productions (Francia), Novak Production (Belgio), The Bureau (Regno Unito) e Agora Films (Marocco). Pyramide Internationale detiene i diritti delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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