Recensione: La piccola Amélie
di David Katz
- Il film d'animazione di Maïlys Vallade e Liane-Cho Han segue una bambina belga che vive in Giappone alla fine degli anni '60, mostrando il suo modo teneramente eccentrico di affrontare il mondo

Il cioccolato bianco belga piace un po' a tutti, ma per la duenne Amelie (doppiata da Loïse Charpentier) il primo assaggio ha più il sapore di un miracolo, visto che le conferisce tardivamente coscienza e capacità relazionali. Offertole dalla gentile nonna Claude, in visita, il primo morso proietta la bambina direttamente dalla culla a una “posa di potere” tipica degli anime, avvolta in colori radiosi e un turbinio di linee di movimento. È questo lo stile rococò, e insieme elegante, di La piccola Amélie [+leggi anche:
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intervista: Maïlys Vallade, Liane-Cho …
scheda film], co-diretto dagli animatori francesi Maïlys Vallade e Liane-Cho Han, che evoca lo spirito travolgente delle esperienze formative dell'infanzia, se non la loro verità concreta. Il film ha debuttato in proiezione speciale al Festival di Cannes mesi fa, il che gli ha garantito un'ampia esposizione internazionale, e ora ha uscite in sala natalizie programmate nei Paesi Bassi (il 25 dicembre) e in Italia (il 1° gennaio), rispettivamente con Paradiso Filmed Entertainment e Lucky Red.
C'è un'abbondanza di drammi d'autore realistici che esplorano il modo in cui i bambini in età preadolescenziale elaborano il mondo, che si tratti di un ottimista passaggio all'età adulta o di una più tragica perdita dell'innocenza. La piccola Amélie sembra debitore di questa tradizione, pur essendo ben consapevole che un'animazione dai colori vivaci e a misura di famiglia sia più adatta ai primi anni di sviluppo. Adattando un romanzo per adulti in parte autobiografico di Amélie Nothomb, segue la sua omonima fino ai tre anni. La bambina è la figlia minore di un diplomatico belga che vive in Giappone alla fine degli anni Sessanta, e il film svela gradualmente ciò che impara e ciò che prova. Grandi e piccini troveranno la sua bellezza estetica accattivante e la narrazione più ponderata e sottile rispetto ad altri film per famiglie, ma, accidenti, non lesina sul sentimentalismo.
La voce narrante di Amélie, proveniente da un momento successivo della sua vita, mentre ripensa al passato, contribuisce a orientare i forti tocchi magico-realisti della storia. Dalla nascita fino ai due anni, la bambina è al contempo una “dea” (sua altisonante definizione), impermeabile al giudizio altrui e al dolore, e un “tubo” (visualizzato come tale) capace di assorbire e poi secernere la materia dell'universo; ironicamente, con ovvia preoccupazione dei genitori, all'esterno appare in uno stato vegetativo, insensibile a qualsiasi stimolo, figuriamoci alle loro cure e al loro amore. Dopo il provvidenziale intervento con il cioccolato bianco della nonna, passa dall'essere una dea a un essere apparentemente mortale, iniziando a comportarsi come una persona della sua età.
Ma oltre ai suoi genitori distaccati e ai due fratelli maggiori inclini a trattarla con una certa crudeltà, la figura secondaria chiave del film è Nishio-San (Victoria Grobois), la domestica di famiglia assunta dalla loro proprietaria Kashima-San (che a sua volta si comporta con timore e sospetto nei loro confronti). Nishio-San introduce Amélie alle meraviglie dei fiumi e delle valli tranquille che costeggiano la sua rassicurante casa e – più pertinentemente – alla cultura e alla storia giapponesi, permettendo al film di riflettere su come la sua famiglia sia chiaramente implicata nell'assestamento del Paese nel dopoguerra, con il trauma della bomba atomica ancora a malapena elaborato. Questo si ripercuote, con la necessaria consapevolezza di sé, anche sulle scelte artistiche di Vallade e Han, registi occidentali (malgrado le origini cinesi del secondo) esposti al rischio di esotizzare e travisare una cultura orientale.
Molti dei migliori film per bambini e famiglie richiamano il contesto perturbante che sta dietro alle loro trame principali e, com'è naturale, La piccola Amélie propone con delicatezza alcune verità più dure e lezioni morali, accanto alla sua contagiosa tenerezza.
La piccola Amélie è una produzione francese, prodotta da Maybe Movies, Ikki Films e Puffin Pictures. Gebeka International cura le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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