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LEGISLAZIONE Europa

Parlamento Europeo contro la pirateria

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Il Parlamento Europeo ha dato a larga maggioranza il suo via libera ad una direttiva in materia di copyright che impone un giro di vite contro chi copia e distribuisce illegalmente cd e dvd a scopi commerciali, mentre solleva da responsabilità chi scambia musica e film per uso personale.

Nella proposta di direttiva approvata dal Parlamento dell'Unione ed ora in attesa di essere adottata dal Consiglio, si legge che le misure volte a tutelare la proprietà intellettuale "dovrebbero tenere conto degli interessi dei terzi inclusi, segnatamente i consumatori ed i privati che agiscono in buona fede". La formula viene chiarita nel resoconto emesso dall'ufficio stampa dell'Europarlamento: "Significa che gli atti commessi in buona fede dai consumatori - come lo scaricare musica da Internet ad uso personale - non saranno perseguibili". La direttiva approvata dal Parlamento lascia comunque impregiudicate le normative nazionali in materia penale e ciò che è reato rimane reato, compreso il file sharing di opere protette dal copyright.

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La direttiva europea prevede che le vittime di violazioni del copyright possano richiedere persino il congelamento dei conti correnti bancari dei pirati di professione. Inizialmente, il testo elaborato dalla Commissione Europea prevedeva anche sanzioni penali, ma queste misure sono state successivamente emendate e trasformate in sanzioni amministrative. Le procedure penali eventualmente previste dai singoli stati membri restano comunque valide.

Relatrice del provvedimento è la francese Janelly Fourtou, europarlamentare popolare e moglie di Jean-Rene Fourtou, capo di Vivendi Universal. Un legame che ha provocato pesanti rimostranze da parte delle associazioni per i diritti civili, spaventate dal possibile conflitto di interessi e anche dai poteri che la nuova direttiva attribuisce ai titolari di diritti.

La direttiva passa ora al Consiglio dei ministri dell'Unione, che prevede di adottarla in maniera definitiva entro la fine della legislatura, cioè entro l'estate. I governi dei singoli stati membri avranno due anni di tempo per la ratifica.

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