email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LEGISLAZIONE Grecia

Arriva la riforma, via Angelopoulos

di 

"Si tratta di un colpo di stato, un repulisti ideologico". Questo il commento del presidente della Federazione dei registi greci, Haris Papadopoulos, alla notizia della sostituzione di Théo Angelopoulos alla presidenza del festival del cinema di Salonicco. Il posto del grande cineasta è stato preso dal regista Pantélis Voulgaris nell'ambito di un'ampia riforma del settore da parte del governo greco.
Non è stato rinnovato nemmeno il contratto del direttore del festival Michel Demopoulos, che aveva creato la rassegna internazionale nel 1992, valorizzandola fino a farla diventare centrale per il cinema nazionale e vero e proprio faro nell'Europa del sud-est. Demopoulos sarà sostituito dalla produttrice Despina Mouzakis, secondo quanto dichiarato dal segretario di stato alla Cultura, Petros Tatoulis.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Pantélis Voulgaris (65 anni), che ha girato nel 2004 The Brides, coprodotto da Martin Scorsese, è considerato in Grecia il secondo regista nazionale dopo Théo Angelopoulos. Politicamente accreditato a sinistra, è conosciuto per i suoi film dalla forte connotazione sociale e politica: Il matrimonio combinato di Anna (1972), Happy day (1976) e Gli anni di pietra (1985).
Annunciata anche la nomina di Thanassis Valtinos a capo del Centro della cinematografia greca (CCG), che si occupa della produzione della maggior parte dei film greci, al posto di Diagoras Chronopoulos.
La riforma prevede la creazione di tre nuovi organismi: la Commissione nazionale per il cinema, incaricata di pianificare la politica nazionale del settore, l'Hellenic Screen, responsabile della promozione dei film greci all'estero e il Film Commission Office, che si occuperà di informare e aiutare le produzioni straniere in Grecia.
Per il segretario di stato Tatoulis, bisogna "creare un mercato locale forte e competitivo e perché no una industria cinematografica e audiovisiva". Mettendo fine ad "una attesa passiva della ripartizione di un finanziamento pubblico che ha creato un regime statuale".

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy